Sion si appresta a smangiare Lebensraum alla Siria

I leader e gli ufficiali militari israeliani sono impegnati in briefing ad alto livello sui rapidi eventi in Siria, durante i quali gli islamisti sostenuti dalla Turchia e con base a Idlib hanno rapidamente conquistato le principali città di Aleppo e Hama in meno di una settimana.

Il ministro della Difesa Israel Katz e il capo di stato maggiore dell’IDF, il tenente generale Herzi Halevi, stanno monitorando attentamente la situazione oltre confine mentre i jihadisti si spostano verso sud. “L’IDF sta seguendo gli eventi e si sta preparando per qualsiasi scenario di attacco e difesa”, ha affermato l’esercito .

Immagini di Anadolu/Getty

“L’IDF non permetterà una minaccia nei pressi del confine siriano-israeliano e agirà per sventare qualsiasi minaccia ai cittadini dello Stato di Israele”, ha aggiunto. Naturalmente, Israele ha contribuito direttamente a lungo a destabilizzare la Siria attraverso frequenti attacchi aerei e in vari momenti degli anni passati sostenendo un’insurrezione anti-Assad.

Ci sono state alcune segnalazioni non confermate secondo cui un’opzione che Israele prenderebbe in considerazione è la creazione di una zona cuscinetto all’interno della Siria meridionale nello scenario di una sorta di collasso dello stato, e se Hayat Tahrir al-Sham (HTS) dovesse arrivare a Homs e infine a Damasco. Alcuni analisti hanno accusato Israele di sostenere segretamente la furia in corso di HTS nella metà settentrionale del paese.

Secondo un rapporto israeliano :

Secondo quanto riportato dal Canale 12, Israele si sta preparando all’eventualità che l’esercito siriano possa crollare di fronte alla rapida avanzata delle forze ribelli.

Il rapporto afferma che Israele è stato sorpreso dalla debolezza dell’esercito siriano, che continua a perdere rapidamente terreno rispetto ai combattenti guidati dai jihadisti. Il rapporto aggiunge che Israele ha inviato un forte avvertimento all’Iran di non inviare armi in Siria che potrebbero finire nelle mani del gruppo terroristico Hezbollah in Libano.

E un funzionario statunitense rimasto anonimo ha dichiarato ad Axios giovedì che, nel momento in cui gli insorti di HTS hanno preso il controllo della città centrale di Hama, “le forze militari siriane non stanno davvero combattendo”.

Il funzionario ha aggiunto: “Non pensiamo che il regime sia in pericolo immediato, ma questa è la sfida più grande per il regime di Assad nell’ultimo decennio”.

Nelle ultime 12 ore sono emerse notizie di una controffensiva dell’esercito siriano nei pressi di Hama, con alcune basi militari nella periferia riconquistate dalle forze nazionali.

Come è possibile che la situazione della sicurezza nell’area di Aleppo si sia sgretolata così rapidamente? Come o perché l’esercito siriano si è ritirato così rapidamente?

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Di seguito, un famoso e storico commentatore siriano, noto come Bassem, fornisce una rapida spiegazione dall’alto…

Esterno :

  1. La Russia si è distratta con la guerra in Ucraina e lì ha dirottato le sue risorse.
  2. Hamas ha stupidamente intrapreso una missione suicida nell’ottobre 2023, trascinando indirettamente Hezbollah nel conflitto e sfinendolo.
  3. Israele ha indebolito l’Iran in Siria negli ultimi anni.


Daniele Luttazi:

L’altro giorno, raccontando il baillamme in Siria (bailamme viene dal turco bayram, “festa”), ci siamo allineati a quanto avevano scritto la Bbc, la Cnn, Reuters e Ap, e cioè che dei non meglio qualificati, eroici “ribelli” (50 mila!) erano insorti contro il regime di Assad. In effetti, per far comprendere meglio il teatrino dei pupi, avremmo dovuto chiarire che i cosiddetti “ribelli” sono i già noti terroristi jihadisti di al Qaeda, oggi sostenuti da Turchia, Israele e Usa; che un tempo Hillary Clinton definiva Assad “un riformista”; che 12 anni fa Obama (premio Nobel per la pace, come Kissinger) cominciò nella regione una guerra per procura su pressione di Netanyahu e della Giordania (operazione Timber Sycamore: la Cia addestrava e armava i jihadisti, e cercò di destituire Assad con operazioni coperte insieme con l’Arabia saudita: fu un disastro); che Putin e Netanyahu sono amici di lunga data, per questo la Russia non reagisce più di tanto a quello che accade in Libano, e non vende all’Iran il suo sistema di difesa anti-aerea S-400, il migliore al mondo (t.ly/MqndB); che Bibi vuole bloccare il traffico di armi dalla Siria al Libano (ha pure chiesto a Putin di dargli una mano contro i commerci di Hezbollah nel porto siriano di Latakia, dove c’è una base navale russa) e poi fare guerra all’Iran col sostegno Usa; che Siria e Iran erano (con Iraq, Libia, Libano, Somalia e Sudan) obiettivi bellici del Pnac, il famigerato think tank neocon fra i cui fondatori c’era Richard Perle, legato alla destra israeliana; che i siriani considerano Al Julani, il capo dei jihadisti, un agente turco; che a Erdogan interessa tutto il nord della Siria (ci stanno gli odiati curdi, ora sotto assedio jihadista); e che fu il generale iraniano Qasem Soleimani, ucciso per rappresaglia a Baghdad dagli Usa su ordine di Trump, a impedire che Isis e al Qaeda arrivassero ad Aleppo e a Damasco nella guerra civile siriana.

Avremmo dovuto ricordare anche cosa ammise l’Idf nel 2019: Israele dà armi ai ribellii anti-Assad da anni (t.ly/y8ceO). Abbiamo inoltre dimenticato l’intervista data l’altro giorno al canale israeliano Channel 2 dallo studioso israeliano di cultura araba Mordechai Kedar. Ex ufficiale dell’intelligence militare, è in contatto con i jihadisti siriani: “Non considerano Israele un nemico. Vogliono un accordo di pace con Israele, purché riescano a controllare la Siria e il Libano. Hanno comunicato a Tel Aviv che sono pronti ad aprire un’ambasciata israeliana a Damasco e a Beirut”. Detto così, tutto torna. Ci scusiamo per ogni confusione causata dai nostri errori.