“I curdi hanno attaccato le forze armate americane nel nord della Siria, sparando a diversi soldati, portando via le loro armi e due mezzi corazzati”: così la notizia di Avia pro. Sono i curdi che gli americani hanno protetto, armato e sostenuto mediaticamente contro Assad, facendo balenare la creazione di uno staterello indipendente (il Royava dalle belle guerrigliere), e che poi hanno abbandonato – adesso alle rudi cure di Erdogan.
Come si ricorderà il grosso delle truppe Usa se n’è andato per ordine di Donald, fra lanci di sassi e insulti dei curdi siriani. Sempre per ordine di Donald, è rimasto un piccolo contingente, per “protect the oil”; ossia occupare e sequestrare i giacimenti petroliferi appartenenti a Damasco, sfruttati dagli americani, i cui introiti vengono poi girati (dopo una quota che le truppe Usa tengono per pagarsi le spese) al Syrian Defense Force, ossia ai presunti ribelli anti-Assad (jihadisti di vario genere e nazionalità, e per lo più non siriani).
Orbene: nella caotica guerra vera in corso fra le truppe di Erdogan e quelle di Assad, le prime sostenute dall’aviazione russa impegnata a sloggiare da Idlib i “ribelli” che invece le forze turche sostengono, ci sono anche queste forze armate Usa. “oggi obbligate a percorrere strade controllate dalle forze russe siriane”, recrimina Brett McGurk, un ex diplomatico sotto Obama.
https://twitter.com/brett_mcgurk/status/1227640653217062917
Ma sono stati i curdi a prendersela con gli americani. Nella foto sopra si vede il momeno in cui sui veicoli,le bandiere a stelle e striscie sono sostituite da quelle curde.
“L’incidente è avvenuto durante i tentativi delle forze armate statunitensi di avvicinarsi alla città di Kamyshli nel nord-est della Repubblica araba – i residenti locali hanno rifiutato di far passare l’esercito americano; quest’ultimo ha aperto il fuoco indiscriminato, uccidendo un quattordicenne che non li attaccava ma scappava, e i gruppi armati curdi hanno risposto di conseguenza. Almeno 3 americani sono stati feriti”; ed hanno dovuto consegnare ai curdi i due corazzati porta-truppe e l’armamento. Una esisto umiliante, come minimo.
Qui si vede un gigantesco locale che strappa la bandiera americana da uno dei veicoli e grida: “Cosa ci fate nel nostro paese?”
https://twitter.com/NamanTarcha/status/1227610235688357890
Gli americani sono stati salvati da un esito peggiore…. dai russi.
Ma l’aggressività dei curdi verso gli ex alleati Usa, si spiega benissimo: Washington ha mandato ad Ankara un suo diplomatico speciale (Special Envoy) sulla Siria, James Jeffrey, che, parlando un po’ in turco, ha chiamato “martiri” i soldati turchi uccisi dall’esercito di Damasco attorno a Idlib, e promettendo di sostenere Ankara nella guerra contro Assad perché “in Siria, gli interessi strategici di Usa e Turchia coincidono”. Jeffreuy ha minacciato direttamente la Russia:, con gran gioia di questo corrispondente turco filo-Erdo:
Wow!
The opportunity provided by #Putin's reckless policies in #Idlib is being used well by the #US.
For the first time since years, the Americans have managed a good PR move towards #Turkey.
Speaking in Turkish and naming Turkish losses as martyrs will resonate in Ankara well pic.twitter.com/jsoMR67Lca
— Ömer Özkizilcik (@OmerOzkizilcik) February 11, 2020
“Le forze governative russe e siriane sono una fonte di minaccia per le truppe turche situate nell’area di de-escalation nella provincia siriana di Idlib”, ha dichiarato . Questa minaccia viene dalla Russia e dal regime di Assad “, ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti all’aeroporto di Ankara “,
L’agenzia Interfax ha fornito la risposta di un non meglio identificato esperto russo: “Se gli Stati Uniti vogliono che la guerra in Siria contro la Russia” per davvero “, allora l’esercito russo potrebbe ben organizzarlo. I sistemi missilistici costieri affonderanno facilmente le navi della NATO nel Mar Mediterraneo, i sistemi di difesa aerea faranno crollare qualsiasi aereo nel raggio della loro distruzione e le basi statunitensi saranno facilmente distrutte dagli Iskander. Se Washington vuole uno scenario del genere, li otterrà ”.
Dalla pre-guerra mondiale è tuitto. La tv non ne parlerà.
Intanto sappiate che
Italia è pronta per Hormuz.
Nelle prossime settimane almeno una unità della Marina salperà verso il Golfo Persico per prendere parte alla missione europea per la sicurezza di quelle acque nevralgiche per il traffico del petrolio (e dunque per il mercato energetico, e più in generale per l’economia globale).