“La Cina è quella che realizza meglio la dottrina sociale della Chiesa”: parole di mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze. “Il principio centrale cinese è il lavoro, lavoro, lavoro. Non c’è altro”, il che lo induce, gran teologo, a concludere: “ E’ come diceva san Paolo: chi non lavora, non mangia. Non ci sono baraccopoli, non hanno droga, hanno una coscienza nazionale positiva”. Sorondo, argentino. È ovviamente elemento della Junta Suramericana che ha preso il potere in Vaticano. Ovviamente è mosso dalla fregola di adulare El Cacique che sta devastando la chiesa cinese perseguitata per andar d’accordo col regime. Infatti aggiunge, lecchevolmente: “Pechino sta seguendo più di altri Paesi l’enciclica di papa Francesco “Laudato sì” (quella ecologica), difendendo gli accordi di Parigi sul clima”. E’ riuscito persino a non vedere la coltre di fumi pestilenziali che grava in permanenza sulle megalopoli; figurarsi se ha preso atto dei Laogai, il GuLag cinese, dalle fucilazioni pubbliche, la repressione delle minoranze e la miseria delle campagne.
I commenti a queste uscite di Sorondo vanno da “distacco psicotico della realtà o ignoranza volontaria” (il cattolico LifeSite) ad “approccio ideologico che fa ridere della Chiesa” di Asia News, che è la pubblicazione dei missionari, Pontificio Istituto Missioni Estere. Certo è un segnale in più della pura e semplice perdita della ragione che colpisce la gerarchia bergogliana. Ma io ricordo un politico democristiano lombardo, un devoto tutto chiesa e parrocchia, che tornò dalla Cina di Mao estasiato: là son tutti poveri e tutti eguali e felici, è l’ideale francescano realizzato! Il maoismo aveva già ammazzato 60 milioni di cinesi.
Dietro a queste affermazioni si scorge, in forma di parodia, una deriva fondamentale del modernismo, un errore che non contamina solo la Chiesa, ma la società occidentale intera: la volontà di vedere realizzata nell’aldiquà, materialmente, la perfezione della società cristiana. Ciò era evidente nel catto-comunismo che sedusse tanto clero, per la rivoluzione marxista portava al Regno di Dio sulla terra. Quell’illusione pare tramontata; il modernismo è legato alle mode, e le mode hanno la costante di passar di moda.
Ma più forte che mai la volontà ideologica, essa è saltata sul nuovo cavallo: quella che scopre proprio nella secolarizzazione compiuta la realizzazione vera del Cristianesimo; e che la società libertaria e “liberata” (sessualmente) e trasgressiva è proprio la liberazione che Cristo predicava agli uomini.
Pannella è il “vero credente”
Sembra assurdo. Eppure è la sola cosa che può spiegare come mai “Francesco” ha esaltato Emma Bonino come una “grande italiana”, monsignor Paglia e padre Lombardi hanno lodato la “spiritualità Pannella”, il suo “impegno per deboli e bisognosi” e le sue “nobili cause”. E se la Bonino ha promosso l’aborto, “pazienza”, ha detto Bergoglio “bisogna vedere quello che le persone fanno”. Lei ha aperto i ponti dell’immigrazione dall’Africa. Per Monsignor Paglia, “Pannella era un vero credente”. “Lo spirito di Marco ci aiuti a vivere in quella stessa direzione”, ha implorato monsingore nell’elogio funebre. si rivolgeva a un santo.
Non è (solo) cretinismo. E’ ideologia modernista nella sua ultima e limpida manifestazione. “Loro”, i libertari dissolutori della morale cristiana, non vengono guardati da questa gerarchia con la simpatia e carità che si deve ad anime in pericolo di perdizione eterna, ma come i “veri credenti” di quel mondo futuro del cristianesimo realizzato nella storia, tutti fratelli liberi e uguali, il Regno della Carità indiscriminata, tutto ponti, tutto odor di greggi nomadi…
Certo bisogna indossare gli spessi occhiali dell’ideologia per vedere un cristianesimo avanzante nella società dell’aborto, dell’eutanasia, della volontà di morte e corruzione, delle sfilate dei sodomiti orgogliosi e dei fattucchieri negri che compiono sacrifici umani.
Ma è una ideologia, o un partito preso, coltivato da gran lunga data – e proprio nei gesuiti. Theilard di Chardin col suo “Punto Omega” concepì una cristificazione finale dell’umanità per via evolutiva , nel tempo e non nell’eternità escatologica; la razza umana per selezione darwiniana sta diventando Dio, un giorno lo sarà, per cui se la Bonino fa abortire “pazienza”; diamo tempo al tempo, perché “ il tempo è superiore allo spazio; – l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; – il tutto è superiore alla parte” (i postulati di Bergoglio). Bonino e Pannella sono veri cristiani? Ma certo, i “cristiani anonimi” scoperti dal gesuita Karl Rahner : «Chiunque segue la propria coscienza, sia che ritenga di dover essere cristiano oppure non-cristiano, sia che ritenga di dover essere ateo oppure credente, un tale individuo è accetto e accettato da Dio […] la grazia e la giustificazione, l’unione e la comunione con Dio, la possibilità di raggiungere la vita eterna, tutto ciò incontra un ostacolo solo nella cattiva coscienza di un uomo.”
E’ esattamente quel che racconta Bergoglio quando parla a Eugenio Scalfari.
E’ l’ideologia che ha sostituito la dottrina cristiana, sotto cui prolifera la gnosi specifica del modernismo: “noi” sapienti, noi “periti ed esperti” del Concilio, sappiamo che la verità del Cristianesimo è il suo realizzarsi nella liberazione totale dell’aldiquà, nella storia e non nell’aldilà. Non lo dicevamo apertamente perché i cristiani rozzi e nominali sono legati a riti che evocano un aldilà e trascendenza totale, poveri ingenui. Ma adesso, con Bergoglio, non ne possiamo più di questi “farisei”, queste “mummie da museo”, musilunghi, questi “cavillatori moralistici” e “sgrana-rosari”. In questa lista abbreviata di insulti contro i (pochi ormai) cattolici praticanti che credono al Vangelo e alla Tradizione, c’è molto di più che il cattivo umore di un Bergoglio. C’è l’idea – non so fino a che punto cosciente – che la Chiesa sia ormai un ostacolo al progresso del cristianesimo da realizzare nella storia , ossia “nel mondo” e non contro il mondo.
C’è la convinzione che la Chiesa vada estinta perché possa instaurarsi il regno della vera e ardente carità senza confini e limiti morali. Infatti “se la storia della salvezza corrisponde alla storia della secolarizzazione del cristianesimo e quindi all’indebolimento della metafisica cristiana, […] è logico considerare la Chiesa come un ente anticristico”: così Marco Sambruna ne Il declino del Sacro, che accolla questa idea al “pensiero debole”.
“La storia del cristianesimo sfocia nel secolarismo come suo frutto più maturo; lo iato che separa la storia della salvezza dalla storia mondana non solo è abolito, ma non è mai esistito,trattandosi di fasi successive di una sola storia. Dio è totalmente presente e manifesta agli uomini il suo disegno, cioè la società secolare ardente di carità verso il prossimo, proprio dopo la sua “uccisione” (Sambruna).
Dunque è la Chiesa-istituzione e dispensatrice dei sacramenti, ad essere oggi anticristica, e la sua eliminazione è necessaria perché il cristianesimo “adulto” possa affermarsi come realtà concreta, materiale, politica.
L’attesa dell’ultimo Messia “Liberatore”
Qualche lettore del mio Adelphi della Dissoluzione, ricorderà che questa è esattamente l’idea (o gnosi) coltivata e diffusa da Massimo Cacciari e dalla sua cerchia: “Il Papa deve smettere di fare il katechon!”, esclamò impaziente mentre lo intervistavo, e spiegò: il cristianesimo originario sradica l’uomo antico dagli dèi della città, obbliga l’uomo a “de-cidere”, ossia alla morale come “scelta” e “libero arbitrio”. Dunque la Chiesa originaria era sovversiva, nomade, dissolutrice dei valori di ogni polis. Poi ha tradito questa sua missione diventando tutrice dell’ordine (sgrana rosari, moralista). “Il Papa deve smettere di fare il katechon!”. Adesso c’è Bergoglio. Cacciari è esaudito?
“Katechòn” è per San Paolo la forza “che trattiene” l’Anticristo, che ritarda l’impero mondano dell’Uomo di Iniquità. Nel mio saggio, raccontai come in quelle cerchie, sulla scorta delle beffarde provocazioni del rabbino Jacob Taubes contro San Paolo, la Chiesa che “trattiene” l’Anticristo, anche lo “contiene”, lo ha al suo interno.
Nelle chiese, dice Taubes, “si prega per lo Stato perché – Dio ce ne scampi – se esso non regge, si devono fare i conti col Caos, o, peggio ancora, col Regno di Dio”. In questa derisione è il succo della gnosi: la Chiesa “sgranarosari” ostacola e frena l’avvento del Regno di Dio sulla terra. Un Regno che si identifica col Caos, e di cui i cristiani “Infantili, timorosi di danzare, di gridare, paurosi di tutto” (altri epiteti di Bergoglio ai cattolici) hanno paura e a cui si oppongono. Infantili, perché seguaci di un cristianesimo infantile, ormai diventato adulto; “timorosi di danzare e gridare”, ossia dell’epoca imminente, di Dioniso il Liberatore.
Viene in mente la stravolta gnosi che Leon Bloy espone nel suo Dai Giudei la Salvezza: Cristo (che non ci ha liberato, perché non ha abolito la legge morale, ci tiene sotto i 10 Comandamenti) ha annunciato l’avvento di un Consolatore, di un Paraclito. Ebbene: come gli ebrei (l’antica Chiesa del Padre) rigettarono Gesù, così i fedeli di Gesù il Figlio “saranno prodighi verso il Paraclito di ciò che è al di là dell’odio. Perché egli è talmente il Nemico, talmente identico a quel LUCIFERO che fu chiamato Principe delle Tenebre”, che è quasi impossibile separarli”.
E’ persino logico: se il Regno di Dio futuro è il caos dionisiaco (e ne abbiamo oggi più di quanto ci basti), il Salvatore finale che dovremo accettare si rivelerà Lucifero. Noi non lo immaginavamo, ma era Lui che la Chiesa annunciava senza saperlo. Dopotutto, fin dall’inizio questo promise ai capostipiti del genere umano la Liberazione da ogni norma: “Voi sarete come dei”. Liberi dalla ragione che “obbliga”, liberi dalla morale: abortire, eutanasizzare, uccidere (i deboli) magari per prenderne gli organi (come fanno in Cina), sono segni del Regno realizzato?
Forse Sorondo, forse Bergoglio stesso (chissà) arretrerebbero davanti a questi esiti: il loro mondo ideale è quello dell’accoglienza senza confini (di Stato); ma perché no l’accoglienza del corpo altrui nel proprio corpo, in gioiosi e permanenti coiti etero, omo e pedo? Dove la voluttà terrena sostituisce la beatitudine celeste, che era falsa e non arriverà mai? Dopotutto, è un cristiano anonimo anche Innocent Oseghale. Né più né meno di Emma Bonino.
Questa gerarchia sa trarre le conclusioni dalle sue stesse asserzioni? Nel 2001, Ratzinger, che era ancora il prefetto per la dottrina della fede, pubblicò un documento famoso, «Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana», in cui sosteneva la validità della “lettura ebraica dell’Antico Testamento” (che promette agli ebrei il Regno di questo mondo) rispetto alla lettura cristiana, “in cui nessun ebreo si riconosce”. Ovviamente concludeva, Ratzinger, che “l’attesa messianica ebraica non è vana”, ossia che hanno ragione, loro che hanno rifiutato il Messia Gesù, ad aspettarne un altro, e che è lo stesso Messia che aspettiamo anche noi cristiani. Anzi, l’attesa del Messia che gli ebrei manifestano “può diventare per noi cristiani un forte stimolo a mantenere viva la dimensione escatologica della nostra fede. Anche noi, come loro, viviamo nell’attesa».
Bello, commovente. Il solo problema è – come annota un ortodosso russo, Dimitri Orlov – che “la tradizione cristiana afferma molto chiaramente, negli scritti di innumerevoli Padri della Chiesa, come Ippolito di Roma, che il Messia che gli ebrei stanno aspettando, è l’Anticristo”. E’ l’attesa della salvezza nell’aldiquà. Tout se tient, in fondo.