Un lettore mi ha mandato articoli su tre o quattro ragazzi, quindicenni, che si sono suicidati in pochi giorni: a facendosi selfie mentre passava il treno, o direttamente buttandosi dalla finestra. Come mai succede?, mi chiedeva.
Stavo per ripetergli le sentenze del “mio” Ortega y Gasset su “l’orribile situazione intima in cui viene a trovarsi la gioventù” della società permissiva, che “nel sentirsi puramente libera, si sente vuota. Una vita senza impegni è più negativa della morte, perché vivere significa avere da fare qualcosa di preciso, compiere un incarico,e nella misura in cui eludiamo di sottomettere a un compito la nostra vita, vanifichiamo la nostra esistenza..”.
Però, senza che gli argomenti qui sopra perdano peso, irrompe un’altra informazione dalla Russia: esistono su Internet dei “gruppi della morte” che incitano gli adolescenti al suicidio.
E’ stata la Novaya Gazeta a lanciare l’allarme, con un grande inchiesta del 15 maggio scorso. Secondo questa, almeno 130 adolescenti sono stati indotti al suicidio, essenzialmente attraverso le reti sociali su Vkontakte, il loro Whatshapp, tra il novembre 2015 e aprile 2016.
Il meccanismo mentale usato per assoggettare psicologicamente i 15enni è ingannarli con un gioco apparentemente innocente, che consiste nel compiere delle “sfide”, che da semplici diventano via via più intense: fatti un hashtag “mi metto in gioco”, disegna una balena blu, risolvi degli algoritmi, svegliati alle 4.20 di notte… e poi: fatti delle scarificazioni sulla mano con le lamette, attraversa una strada piena di traffico, appenditi per il collo, buttati nel vuoto. Il tutto condito da derisioni se quello si tira indietro: vigliacco, cacasotto, tutte le ovvie tattiche del bullismo. La “naturale” soggezione conformistica al gruppo di coetanei compie l’opera: a quell’età, l’Io non è ancora formato, il ragazzino vive “nello sciame” della banda, sente ed opera collettivamente.
Fra i giovanissimi è diventata virale la foto di “Rina”, una fanciulla sedicenne che il 23 novembre 2015 si è fatta decapitare da un treno in una città della Siberia, poggiando la testa sui binari. Era, anche quello, un selfie: le foto del corpo decapitato sono diventate esse stesse “virali”. Migliaia di bambini (anche meno che quindicenni) hanno postato commenti come: “Rina, sei la migliore”, “Mia eroina”, “peccato che non ti ho conosciuta, “sembri essere arrivata da un manga” (i manga sono i fumetti giapponesi)…
“Una in meno, tu sei la prossima”, ha trovato Natascia, 12 anni, sul suo profilo Vkontakte.. Fortuna che, terrorizzata, ha mostrato il messaggio a sua madre: poche settimane prima nello stesso stabile, s’era buttata dal 17mo piano Elia, stessa età. La mamma (separata, ha due lavori per dare a Natascia quel che desidera: iPhone, tablet, abitini alla moda), s’è subito messa a cercare chi aveva spedito il messaggio, e l’ha trovato facilmente: uno studente della stessa scuola frequentata da sua figlia, un bulletto di un paio d’anni maggiore. S’è ricordata che la sua bambina, tempo prima, aveva detto: “se avrò una figlia, la chiamerò Rina”.
In poche ore, la madre ha trovato su Vkontakte almeno 1500 gruppi “social” istiganti al suicidio, in un modo o nell’altro, i ragazzini e le ragazzine delle medie. Avvertita, la ditta che gestisce Vkontakte ha lanciato agli inizi del 2016 un proprio monitoraggio, e ha trovato oltre 3 milioni di hashtag legati all’idea di suicidio. I giovanissimi autori sono stati contattati individualmente,è stato loro chiesto perché avevano messo in linea quelle cose. Dalle risposte, le pagine di alcuni sono state chiuse definitivamente, di altri – le vittime del diabolico plagio – avviate ad un sostegno psicologico.
Nel novembre 2016, uno degli organizzatori di un gruppo della morte, di nome Philip Budeykin, è stato incarcerato sotto l’accusa di aver provocato il suicidio di 15 ragazzini e il tentato suicidio di altri 5. Philip ha 21 anni. Altri amministratori di pagine simili sono interrogati in tutta la Russia, per il momento come persone informate dei fatti.
Uno dei gruppi identificati, “Balena Blu”, è appunto quello che chiede ai ragazzini e alle ragazzine di svegliarsi alle 4.20, e vedere video “spaventosi” e ascoltare certe musiche: la mancanza di sonno in questi piccoli li rende più vulnerabili, musiche e video specifici ne accrescono il condizionamento mentale. Parte un conto alla rovescia di 50 giorni, durante i quali al quasi-bambino vengono ordinate “sfide” sempre più dure e auto-lesioniste, sfide “validate” dal gruppo dei pari che fa’ pressione sul singolo.
Il “gioco” letale è già arrivato ai ragazzini francesi, e la polizia ha cominciato a diffondere sui social messaggi di allarme.
Anche su Instagram sono stati adesso identificati 45 mila post con hashtag collegati in qualche modo ai gruppi della morte: messaggi “svegliami alle 4.20”, foto di braccia scarificate e mani ferite con le lamette…
Forma estrema di bullismo via web. Internet si presta a chi vuole utilizzare le reti sociali per manipolare e soggiogare e indurre in giochi auto-distruttivi. Negli Stati Uniti furoreggia fra i ragazzini la sfida Salt and Ice Challenge (Sfida del Sale e del Ghiaccio) dove i dodicenni si fanno video mentre si pongono sul braccio sale e cubetti di ghiaccio, e resistono quanto più possono. Siccome il sale ha l’effetto di abbassare le temperatura in cui l’acqua si congela in ghiaccio, le temperature diventano inferiori allo 0 e i giovanissimi si producono delle vere e proprie ustioni. In Gran Bretagna sono arrivate alla cronaca le ustioni di uno studentello del Galles, così gravi che all’inizio i medici hanno pensato a fargli un trapianto di pelle.
In Usa ha successo una sfida “Corri o muori”, dove i ragazzini si sfidano a traversare superstrade piene di auto veloci, facendosi un selfie.
La folle manipolazione delle menti non è dunque solo russa.. Il gennaio scorso due quindicenni indiani, presso Nuova Delhi, si sono uccisi mentre con altri coetanei si facevano dei selfie con sullo sfondo un treno che arrivava in velocità: “ ma i due ragazzi erano così intenti a scattare le foto che, nel momento in cui sono saltati sull’altro binario, non si sono accorti che un treno proveniva dalla direzione opposta”.
Quasi certamente la moda suicida è arrivata in Italia, come fanno pensare i titoli del 9 marzo, del tipo: “Facevano una gara di selfie: tredicenne ucciso sotto un treno a Soverato in Calabria – È successo in provincia di Catanzaro. I tre ragazzi volevano resistere fino all’ultimo sui binari”. Naturalmente gli amici superstiti anno negato, niente selfie…anche i ragazzini russi e i mandanti ventenni negano: è stato solo un gioco finito male. Ma la polizia ferroviaria ha emanato statistiche orrende: “Dal 2016 sono state ben 98 le vittime “accidentali” , con un inquietante +63 per cento rispetto agli anni precedenti. E crescono anche le vittime “da investimento”: 72 nello stesso periodo (+47 per cento). Nel 56% dei casi le tragedie si verificano per “indebita presenza sulla sede ferroviaria”, il 28% per “attraversamento binari”; nel 16% per “comportamenti anomali o impropri dei viaggiatori”.
Solo che le autorità in Russia, vista l’ampiezza del fenomeno istigatorio, sospettano che esso sia “un’arma”. Non già un fatto patologico spontaneo, ma un’arma di manipolazione di massa. I ministri della Federazione Russa stanno inasprendo le sanzioni penali per induzione al suicidio di bambini. E indagano. Spesso sulle pagine degli istigatori ricorre questo simbolo, che è stato segnato con lo spray anche sul muro del falansterio dove si è gettata giù Elia
http://tass.ru/obschestvo/4083237
Ma soprattutto, ha cominciato un ripensamento sul rapporto dei figli in età immatura con il web. “La rivoluzione tecnologica presentata come liberazione dell’uomo dai suoi limiti obbiettivi lo conduce all’alienazione”, scrive Karine Bechet-Golovko . E’ il caso che i genitori diano ai loro bambini telefoni con connessione e li abbandonino davanti ai tablet nelle loro chats…”sconnessi dal mondo reale, i ragazzino sono più vulnerabili, si chiudono nel mondo delle reti sociali che è indicibilmente violento, vivono tra falsi “amici” e non ne hanno di veri. E’ un mondo ingannatore e destrutturante proprio nel momento in cui le personalità sono in formazione”. Tutto ciò però, riconoscendo quanto sarebbe difficile per dei genitori negare ai figli lo smartphone (“Ma ce l’hanno tutti!”) e controllarli o razionar loro le ore di “chiacchiere” con cosiddetti amici sul web.
A noi non resta che indicare qui all’opera una Intelligenza sovrana e superiore, intenta al male dell’uomo. Il male gratuito, senz’altro scopo, di questa possessione collettiva, è per noi un segnale. I progressisti inneggianti alla “liberazione da tutti i tabù” ci scherniscano pure quando gli diamo il suo vero nome, “Padre di Menzogna” detto anche “Omicida fin dal principio”. Noi sappiamo che essi, accecati, sono sotto il Suo influsso; che Egli avvelena le fonti della vita umana e la corrompe, con la pornografia come con l’aborto e presto l’eutanasia legale, con le ideologie viziose contra naturam.
Lo sciame dei ragazzi
A noi resti il dolore di vedere come Samael sia riuscito ad avvelenare anche l’età da cui fiorirono le civiltà. Questa è la pre-adolescenza, l’età delle forti amicizie, perché il ragazzo dall’individualità non ancora formata “non sente e vuole come individuo, ma si trova assorbito nella personalità anonima del gruppo che pensa e sente al posto suo”. In tempi preistorici, da questo sciame di coetanei guerrieri-eroi o audaci teppisti, nacquero gli Stati. Fu molto prima che esistesse la famiglia, quando le tribù primordiali erano distinti per classi di età: tutti i giovani di una generazione si chiamavano “fratelli” e “Uguali”, gli adulti tutti “padre e madre”, i vecchi tutti, appunto, anziani. Le prime falangi elleniche eran composte infatti in “fratrie”ed “eterie” (da eitairos, uguale); scatenate si dedicavano alla caccia, alla guerra e alla festa – tre cose allora non ancora distinte; andavano a depredre il terriorio nemico,rubavano le donne del nemico. Non a caso, la dizione ufficiale della res publica fu “Senatus Populusque”: populus significa “devastatore”, in ricordo di quelle antiche imprese: il ratto delle Sabine, il feroce Thor che fa guerra col martello, i compagni scatenati che il Dio Indra dai capelli biondi guida, nei Veda, al furto del bestiame dei vicini. Essi si danno forza col Soma, la bevanda stupefacente che rende “immortali”, come i compagni di Achille si riempivano di vino.
In Senatus populus-que, ovviamente, quella congiunzione fortissima tradisce che il rapporto era pieno di tensione, coi vecchi. Ho già raccontato altrove del ver sacrum, la “Primavera sacra”, in realtà “maledetta primavera”: quando i terreni della tribù, in età che precedettero la conoscenza della rotazione agricola, non davano più abbastanza raccolti per nutrire tutta l’orda, non si coglievano quell’anno le messi, per offerta sacrificale; e le classi di adolescenti erano ritualmente gettate fuori dal gruppo, con riti funerari: morti, accompagnati al limitare del confine, i genitori tornando indietro ne spazzavano con frasche le tracce, come quando si portava un cadavere al rogo, perché il morto non ritorni ad ossessionare i vivi (qualcuno tornò, seminando pietroline bianche per ritrovare la strada dei viventi? Lo faceva sperare la fiaba di Pollicino, che già allora veniva raccontata).
Fatto è che quei giovanissimi teppisti, ancora senza personalità formata, che vivevano non come individui ma come gruppo o banda armata, erano spendibili. Si sarebbero conquistati nuovi terreni con la lancia e la fionda, strappandola a nemici, ai mostri della foresta; avrebbero poi stretto patti e nozze coi nemici, sposandone le ragazze che avevano rapito. Così la civiltà indo-aria si sparse dal Nord fino all’India, a Roma, alla Grecia.
Adesso anche questa sorgente antichissima e sempre fresca è stata infettata. I piccoli Romolo, i potenziali Thor, i possibili Indra, si uccidono come scemi (quali sono) per farsi un selfie, o anche senza ragione, in prove di coraggio assurde e folli come quelle del tempo del Ver Sacrum. Ma allora, erano sacrificati per uno scopo, far durare la civiltà. Adesso, gratuitamente. Per malvagità purissima, di una Mente astutissima.
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“l’orribile situazione intima in cui viene a trovarsi la gioventù” della società permissiva, che “nel sentirsi puramente libera, si sente vuota.”
E’ tutta la società italiana che nell’eccesso di garantismo e libertà si è persa ed è destinata ad estinguersi . Una società senza futuro dove tutto crolla a partire dai ponti delle autostrade.
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Perché chiamare “libertà” l’essere lasciati soli e abbandonati affettivamente?
Il problema (o la soluzione) per quei ragazzi non è ne’ la libertà ne’ il rigore ma il ritrovare il senso affettivo del loro sentimento di appartenenza sia familiare che di classe sociale.
Il potere si esercita sminuendo il significato del sentimento comunitario originario delle classi più basse portandole ad adorare caninamente le classi dominanti e quindi a considerare come unico sentimento di appartenenza autentico quello di chi li opprime. Il proprio diventa addirittura simbolo di fallimento esistenziale.
Il dramma è che cronologicamente questa alienazione parte ovviamente prima dai genitori i quali non sono in grado di dare ai figli una affettività matura ossia non fondata solo su sentimentalismi o permissivismi o rigorismi tutti ugualmente stupidi ma su una base di appartenenza comunitaria che è l’unico terreno su cui si può sviluppare una personalità solida e evoluta.
Sotto molti aspetti questa base comunitaria è proprio la religione ma, attenzione, non nel suo aspetto prescrittivo tanto privilegiato qui, quanto nel suo aspetto di condivisione di una fede e di una ermeneutica propria del gruppo e non subordinata – per fare un esempio – a quella (pseudo) scientifica di cui ha il monopolio assoluto la cultura dominante serva delle ruling class al potere.
Occorrerebbe rifletterci a fondo, occorrerebbe comprendere la natura eminentemente linguistica dei legami e attività in una comunità ma è faticoso, si è costretti a mettere in dubbio le proprie certezze e si finisce per scegliere la strada facile e del tutto improduttiva della regressione ossia dal permissivismo ipocrita e interessato di oggi tornare al rigorismo stupido e sottomesso di ieri.
…”Ma provare invece a immaginare qualcosa di nuovo…?”
…”Execrator! Si quis dixerit anathema sit!”
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..scusa..cosa intendi dire quando scrivi: ” Sotto molti aspetti questa base comunitaria è proprio la religione ma, attenzione, non nel suo aspetto prescrittivo tanto privilegiato qui..”
Intendi forse soppiantare magari il Decalogo?
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Rossi Franco abbi pazienza, ma di che stai parlando?
Che accidenti c’entra il Decalogo?
PS: Non nego il trascendente nella sua dimensione spirituale quindi non mi limito a una visione superorganicistica alla Durkheim (al quale mi riferivo nel passo riportato da Franco) ma comunque sia la religione (da re/ligo) è in sé stessa il senso di appartenenza di una comunità cioè allo stesso tempo il suo fondamento e il suo fine.
Dopodiché si può discutere a volontà degli aspetti teologico ontologici che non sono (voce del verbo “NON SONO”) minimamente in contrasto con il tipo di visione alla quale mi rifaccio.
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..abbia pazienza lei…:-) vuole spiegarmi – con parole povere – cosa significa : ” la religione ma, attenzione, non nel suo aspetto prescrittivo tanto privilegiato qui..”
non ho capito…
cosa significa ?
questo Sito ospita una “religione prescrittiva”?
è questo che intende?
e, se è così, cosa intende per religione prescrittiva?
grazie
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Concordo con lei quando richiama la responsabilità dei genitori. Credo che non si debba confondere la causa con l’effetto. Non me la sento ancora di dare tutte le colpe ai giovani. La nostra è una società spazzatura ma la responsabilità è nostra, degli adulti. Naturalmente nel giudizio ho pure considerato l’esuberanza giovanile.
Cordialità
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Quelche giorno addietro il Corriere della Sera parlava dell’arrivo in Italia della droga denominata “Krokodil”. Si tratta di un miscuglio di medicinali dall’effetto devastante e non paragonabile a quanto sino ad ora conosciuto. La sua origine è da collocarsi in Russia.
I genitori ed i nonni prestino la massima attenzione poichè chi ne cade vittima va incontro ad una orribile morte certa. Collaborate senza indugio alcuno con le forze dell’ordine e con le istituzioni sanitarie.
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La sua origine è da collocarsi in Russia.
Colpa di Putin!
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Questo narcotico si è appalesato per la prima volta in Russia, dove da anni sta mietendo vittime.
Uno degli epicentri sembra essere la città di Togliattigrad.
La battuta del signor Pierpaolo non fa ridere nessuno. Nella sua pietosa inadeguatezza – tuttavia – essa permette di mettere in luce un aspetto: la assenza di politiche di prevenzione da parte delle autorità Russe.
Leggete la intervista che il prof. Vladimir Pokrovsky, direttore del Centro Federale AIDS di Mosca, ha concesso al Guardian a proposito della devastante epidemia che falcidia i giovani russi. La potete trovare tradotta in Italiano qui:
https://www.poloinformativohiv.info/russia-cosa-ce-dietro-lepidemia-da-hiv/
Egli afferma: “Le ragioni che stanno dietro l’epidemia di HIV sono due: l’uso di droghe per via endovenosa e il sesso non sicuro. Più del 60% dei sieropositivi russi si pensa abbia fatto uso di droghe, anche se il metodo più comune di diffusione della malattia sono i rapporti eterosessuali non protetti. (…) Il più efficace trattamento della tossicodipendenza per via endovenosa, ossia l’uso di terapie sostitutive, è illegale in Russia e anche la distribuzione di metadone è punibile fino a 20 anni di carcere.
Invece di programmi di riduzione del danno per migliorare la sicurezza dei tossicodipendenti come un primo passo verso la cura della dipendenza, la politica ufficiale punta alla riabilitazione nelle istituzioni statali. Ma le difficoltà burocratiche per entrare e il rigoroso programma inibisce molti tossicodipendenti, e solo il 10-15% dei pazienti di questi centri completano tutto il mese di disintossicazione e il programma di riabilitazione gratuito. (…) Gli attivisti sperano che il presidente Vladimir Putin adotterà un approccio più progressivo alla prevenzione dell’HIV prima che sia troppo tardi. “Le organizzazioni come la nostra lo informano, inviano rapporti, fanno relazioni indipendenti e studiamo le raccomandazioni internazionali” Lapin detto. “Si parla di questo, ma non ci ascoltano.”
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Caro Nicola,
tutto perfettamente vero e noi sappiamo il perchè!
Avevo postato anch’io il mio parere a riguardo, ma è stato rimosso… forse andavo troppo fuori argomento.
Saluti
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Non solo in Russia, in GB il problema delle nuove droghe sintetiche è enorme
http://www.dailymail.co.uk/news/article-4302806/Spice-synthetic-drug-turns-users-living-dead.html
Nessuno mi toglie dalla mente che è in atto una vera e propria “guerra chimica”
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Quante magnifiche opportunità per l’associazione luca coscioni !
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Il nemico, come messo in evidenza da Blondet, è sempre lo stesso ed è satana. Si serve degli alti gradi massonici che sono satanisti consapevolmente, servendosi a loro volta dei gradi minori disseminati in tutti i gangli delle società. I massoni parlano con i simboli, sono i loro sms e qui ce n’è uno. Non sapremo mai se questi ragazzi sono vittime sacrificali vere e proprie al nemico di Dio e degli uomini o se siamo di fronte alla diffusione del nichilismo presso i giovanissimi per preparare qualcosa che ancora non capiamo. Proprio un russo, Dostoevskij, ne analizzò come un ossessione in tutte le sfumaure nei suoi romanzi, il loro sorgere nella Russia presovietica, in cui ad un certo punto cominciarono a spuntare tanti cattivi maestri con relativo codazzo di seguaci. Il rifiuto della Religione, era il primo e distintivo carattere di queste orde. Un romanzo su tutti, “I demoni”, dove la ricerca è più evidente. Oggi sappiamo che la rivoluzione russa fu preparata e organizzata dalla massoneria partendo da lontano. Non so cosa preparino ora, ma tutto torna, anzi ritorna.
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A proposito: avete notato la somiglianza del simbolo della setta istigante al suicidio con il simbolo massonico della squadra e compasso? Solo un caso?
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Eppure. Eppure non mi ricordo di aver mai avuto la mentalità del branco, né a 12 anni né a 14 né a 16. E non sono ricordi lontani. Ricordo invece di aver sempre avuto dubbi, domande e opinioni decisamente contro corrente, e di aver sempre sofferto della condizione di “pesce fuor d’acqua”.
Ma anche i miei compagni e compagne più conformisti e meno riflessivi non si sarebbero mai sognati di farsi decapitare da un treno in corsa.
Questi ragazzini sembrano non amare la vita. Si drogano, sfidano il pericolo, cercano emozioni forti quasi non ne trovassero in un’esistenza normale. In pochissimi anni ho visto gli adolescenti trasformarsi dai miei compagni di classe chiacchieroni e vivaci a protesi spente dello smartphone. Purtroppo, è l’agonia del tramonto. Come gli alberi e gli animali intorno a noi, stanno morendo di modernità.
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Articolo decisamente inquietante, ma da tenere bene a mente.
Dal quel che mi capita di notare in maniera ricorrente nella nostra società, ho capito una cosa. Molti giovani genitori di oggi fanno figli senza cognizione di causa. Non si rendono conto realmente di ciò che tale scelta comporta. Vedo molto egoismo, totale e dilagante. Quasi tutti i neo genitori vorrebbero continuare con la vita che avevano prima prima di procreare, facendo viaggi, andando fuori a cena, continuando a lavorare scarrozzando i figli a destra e sinistra, tra asili nido, nonni (chi ne ha), babysitter, ECC… non camprendendo le responsabilità che il figliare porti. Il primo concerto chiave di un genitore dovrebbe essere “sacrificare se stessi per il bene della prole”. E perciò, quando questi neo genitori egoisti (e infantili) fini al midollo portano i figli al ristorante e cenano beatamente in compagnia dei loro amici sbevacchiando, l’unico metodo facile per tenerli a freno é dotarli di smartphone e tablet (sono sicura che anche voi lettori conosciate moltissimi genitori di siffatta specie). Manca totalmente l’impegno dei genitori nel ruolo di EDUCATORI dei figli. Io vedo molti bambini prendere decisioni e i genitori fare ciò che vogliono loro (“cosa vuoi fare amore?” “Va bene amore… gioca pure con il tablet…”).
Ora, io non penso che questi neo genitori non siano stati educati dai propri genitori a loro volta (i trentenni di oggi sono stati educati eccome!), perciò sanno bene cosa andrebbe fatto e come, ma gli manca del tutto l’abnegazione che l’educazione dei figli necessità.
Inoltre manca ogni genere di disciplina da imporre con convinzione e fermezza ai figli (senza incorrere nella violenza ovvio!, ma nella pura autorità del genitore in quanto tale) che sembra sgradevole ma é di enorme utilità per il loro futuro (io ho avuto un padre dittatoriale, allora lo trovavo a volte sgradevole, ma oggi ne riconosco la grande utilità).
In ogni caso, le conseguenze di questi comportamenti genitoriali deviati ed egoisti abbiamo già iniziato a vederli…
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Purtroppo molte cose che Lei ha scritto sono vere. Io credo che la società viva immersa nel sogno fantastico della mancanza di autorità (fin quando dura quest’illusione perché prima o poi il padrone ci dovrà mettere la faccia..). La cosa si ripercuote tra le mura domestiche dove il padre (chissà perché simbolo dell’autorità) di fatto è stato completamente esautorato del suo ruolo. Si figuri che io a casa non posso nemmeno consigliare di spegnere la TV quando si mangia per gli effetti alienatori che provoca nei bambini in quella che dalla stessa madre è ritenuta un’attività fondamentale dei piccoli: nutrirsi (ella si preoccupa quando non mangiano molto più di me). Vengo schernito e attaccato di continuo.
Torno ad esprimere un concetto già ribadito più volte: i popoli occidentali stanno per estinguersi e verranno sostituiti dagli africani o asiatici che pur con le pezze al culo, pare che abbiano mantenuto una sana organizzazione sociale capace di sostenere la sopravvivenza della specie. Il sistema occidentale della parità dei sessi e castronerie varie non ha saputo partorire un sistema alternativo di sopravvivenza. Ne è emblema la sanzione delle unioni omosessuali, di per sé evidentemente infeconde. In ultima istanza si è rivelato sic et simpliciter un sistema distruttore del vecchio, né più né meno di quanto lo sia stato il modello apparentemente opposto del comunismo.
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…nel 1992 qualcuno scrisse questo appello che posto qui sotto, mi scuso per la lunghezza del post ma vale la pena leggerlo…
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Condivisibili tutti i commenti sopra e in particolare quello di Blackward. Questo basandomi anch’io sui ricordi personali perchè al momento non conosco ragazzini di quell’età.
Ricordo anche che non si concepiva l’idea di morte.
La morte era una cosa strana lontana e puramente teorica. Ma gli interessati che dicono? E i loro insegnanti, genitori ed amici?
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avevo scritto un commento lungo che spiegava le origini del progetto balena blu… è sparito…lo si può ripristinare? perchè senza quel commento, altri commenti miei non hanno senso, a quel punto cancellate anche gli altri, per favore. Peccato, perchè li spiegavo che balena blu non è un fenomeno a casaccio, nascente dal nulla, ma un progetto ben organizzato…
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Interessante. In che senso organizzato? Effettivamente sembra un disegno preciso
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Sono troppi.
Questa è di ieri
http://www.firenzepost.it/2017/03/08/pistoia-ragazzo-di-16-anni-muore-sotto-il-treno-ipotesi-suicidio/