STRAORDINARIA LECTIO MAGISTRALIS DI ANTONIO STAGLIANÒ VESCOVO DI NOTO, AL CONVEGNO PROMOSSO DALLA LOGGIA MASSONICA DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA A SIRACUSA

Per fare da contro-altare ad una fake news,pubblicammo giorni fa un articolo per precisare che l’Arcivescovo Metropolita di Siracusa S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, non amoreggiava affatto assieme alla propria Chiesa particolare con le logge massoniche, come in modo infelice ebbero a scrivere diversi opinionisti cattolici basandosi unicamente su una locandina, quindi emanando, sulla sola base di essa, delle sentenze tanto affrettate quanto infelici [vedere nostro precedente articolo, QUI].

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Relatore di spicco a questo convegno per esprimere il pensiero ed il sentire cattolico sulla Massoneria, è stato S.E. Mons. Antonio Stagliano, Vescovo della Diocesi di Noto, conosciuto dal grande pubblico per la sua passione per la pop music e le sue diverse rappresentazioni in veste di cantante. Noi che però viviamo all’interno della Chiesa e che da sempre viviamo a stretto contatto col mondo della teologia, non conosciamo solo l’Antonio Staglianò cantante, ma soprattutto l’Antonio Staglianò teologo. Un teologo che sin dall’epoca della sua brillante docenza a Roma, si è sempre palesato nelle sue lezioni accademiche, nei suoi libri e nelle sue conferenze, come un teologo di profonda e sana dottrina cattolica, per usare il termine «sana dottrina» nel più squisito stile espressivo paolino [cf. II Tm 4,1-8].

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il manifesto sulla base del quale  riviste telematiche e blog cattolici, senza approfondire in alcun modo l’argomento, si sono lanciati in sentenze a dir poco infelici …

La lectio magistralis di S.E. Mons. Antonio Staglianò, di cui vi offriamo l’audio integrale, merita di essere ascoltata e meditata, perché nell’odierno mondo episcopale della piacioneria selvaggia e della superficiale approssimazione, capita sempre più di rado di udire, come autentica musica soave per le orecchie, un Vescovo che nelle sue parole ha incarnato il divino monito: «Sia il vostro parlare si quando è si e no quando è no, perché il di più, proviene dal Maligno» [Mt 5, 33-37].

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I Padri de L’Isola di Patmos, se da una parte si rallegrano e sono lieti di diffondere i preziosi contenuti della lectio del Vescovo netino, dall’altra rimangono amareggiati per il modo in cui, pur di fronte al dato di fatto, tutt’oggi vi siano dei cattolici resi polemici dalla loro tristezza interiore, che seguitano a stracciarsi le vesti pure dinanzi a un dato di fatto non passibile di smentita, ossia il seguente: con amabilità e profondo spirito cristiano, un vescovo e teologo ha spiegato ai Massoni che se un cattolico è iscritto alla Loggia ed appartiene alla Massoneria, deve ritenersi scomunicato latae sententiae, una scomunica che non è un retaggio della “vecchia Chiesa” del Beato Pio IX, ma rimane tutt’oggi valida anche nella Chiesa del periodo posteriore al Concilio Vaticano II.

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Poteva forse dire più di questo, un vescovo ed un teologo, con buona pace di certi irriducibili cattolici tristi e, per questo, sempiterni scontenti? In questo, sbaglia forse il Sommo Pontefice Francesco I, quando a questo genere di cattolici, li chiama “cristiani cupi” o “cristiani pipistrelli”?

dall’Isola di Patmos, 13 novembre 2017