Per fortuna ci sono i nostri giudici che ne hanno cura:
Bambina stuprata dai profughi, processo annullato perché non capiscono l’italiano
Deve ripartire da zero il processo iscritto presso il Tribunale di Ascoli Piceno a carico di Christopher Ehikhebolo e Patrick Boi, i due nigeriani 22enni richiedenti asilo, che hanno stuprato una minorenne italiana.
Accolta l’eccezione di nullità presentata dall’avvocato della difesa, tal Umberto Gramenzi, per la mancata traduzione in lingua inglese del decreto di citazione in giudizio e l’assenza di un interprete. Perché siamo noi che ci dobbiamo integrare e fornire gli interpreti, non loro che devono imparare l’italiano.
I due africani sono accusati di violenza sessuale su una bambina di Ascoli. Lo stupro di gruppo, nell’ottobre 2017.
Al tempo della violenza, la vittima aveva appena compiuto tredici anni. I due migranti erano ospiti di un hotel per richiedenti asilo, l’Oasi di Carpineto, in attesa di ottenere permesso umanitario. Secondo la bambina, nonostante il suo rifiuto, sarebbe stata portata in una zona appartata e poi violentata. E non fu l’unica volta.
La trappola dei 5 migranti per stuprare le ragazze e quei video hot con il cellulare
Il branco formato da tre albanesi e due marocchini. Le quattro ragazzine italiane chiuse in casa. Poi l’orrore: morsi, palpeggiamenti e abusi
La porta chiusa a chiave, i morsi in diverse parti del corpo, poi gli abusi sessuali. È un vero e proprio incubo, quello vissuto da quattro minorenni che, la scorsa estate, sono state aggredite da un branco formato da cinque immigrati.
Una trappola preparata per giorni, con alcol e droga usati “come esca”. A sette mesi di distanza, i carabinieri di Como hanno arrestato gli stranieri per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona, lesioni personali, detenzione e spaccio di stupefacenti. Secondo gli inquirenti, come riporta il Corriere della Sera, le belve avrebbero invitato nell’appartamento di uno di loro le quattro ragazzine e le avrebbero segregate per tre ore in una stanza.
Il più grande del branco ha vent’anni, i due più piccoli appena diciassette. “Sono cresciuti in famiglie non disagiate, integrate e di lavoratori”, spiegano gli investigatori. I fatti sono avvenuti il 14 luglio 2018 nel Canturino, in casa di uno degli arrestati. Tutto parte dall’invito dei cinque giovani, tre albanesi e due marocchini, rivolto alle quattro adolescenti comasche. Secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma, si sarebbero conosciuti nell’ambiente scolastico. E qui è scattata la trappola. Una trappola che, secondo gli inquirenti, le belve avrebbero preparato nei giorni precedenti comprando gli alcolici e la droga. Prima dell’aggressione, le hanno fatte bere e fumare canne. Non si sa se le hanno obbligate a farlo.
Mantova, nigeriani aggrediscono sul treno controllore e passeggero
La forte risposta delle Ferrovie:
Partecipate numerosi!
Milano, in piazza contro il razzismo: mille onlus per la marcia del 2 marzo
La manifestazione di sabato due marzo ha come titolo «People. Prima le persone» in contrapposizione a quella dell’8 dicembre di Matteo Salvini
l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha ribadito i principi: «Alla faccia dei razzisti della porta accanto ci vediamo a Milano il #2marzo. Una grande manifestazione. Per sconfiggere l’odio e dire che vengono #primalepersone. Che poi vuol dire più politiche per il sociale, zero tagli ai servizi per i disabili, zero leggi dell’odio».
Lo stesso ha fatto il sindaco Beppe Sala: «Venite tutti, ognuno con i suoi buoni motivi». In un videomessaggio i buoni motivi del sindaco: «Perché voglio testimoniare la mia volontà di essere contro ogni forma di discriminazione, per colore della pelle, razza, genere, orientamento sessuale, salute. Voglio stare con voi per un momento di allegria, faremo questa marcia con la musica, non ci saranno i soliti discorsi politici alla fine».
https://www.vanityfair.it/news/cronache/2019/03/01/milano-marcoa-contro-razzismo-2-marzo?refresh_ce=