La Corte Penale dell Aja, quella che ha spiccato mandato di cattura internazionale contro Putin, non ne aveva nessuna voglia.. Da giorni infatti una ‘organizzazione non-governativa con sede negli Stati Uniti, DAWN, ha presentato al procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan – cittadino british – una lista di 40 nomi di ufficiali delle Forze di difesa israeliane sospettati di avere commesso crimini contro l’umanità a Gaza.
La lista è stata redatta sulla base di comunicati ufficiali delle Forze di difesa israeliane che confermano la presenza di truppe militari specifiche nella Striscia di Gaza o lunga la linea di confine con Israele tra l’8 ottobre e il 13 novembre.
«Questi 40 ufficiali sono responsabili della pianificazione e dell’esecuzione di bombardamenti indiscriminati, della distruzione e dell’uccisione di massa di civili a Gaza da parte di Israele. Dovrebbero essere i principali sospetti in qualsiasi indagine della Corte penale internazionale», ha dichiarato il direttore esecutivo di DAWN Sarah Leah Whitson.
(Vedi qui:)
Sono 40 gli ufficiali responsabili delle atrocità a Gaza»
Tutta la rapidità e il fervore mostrato nel condannare Putin per il presunto craver fatto trasferire in Russia ragazzi ucraini sono scomparsi dal british citizen accusatore.
Ora dunque il Sudafrica s’è rivolto non a quello chiamato Corte penale internazionale (ICC, il primo tribunale penale internazionale permanente istituito da un trattato, che non appartiene al sistema delle Nazioni Unite) bensì all’International Coirt of Justice, organo dell’ONU, nato per dirimere le controversie fra Stati.
La denuncia del Sud Africa sostiene che Israele sta violando i suoi obblighi ai sensi del trattato, redatto all’indomani dell’Olocausto, che rende un crimine tentare di distruggere un popolo in tutto o in parte.
Ha chiesto alla corte di emettere misure provvisorie, o a breve termine, che ordinino a Israele di fermare la sua campagna militare a Gaza, che secondo lui era “necessaria in questo caso per proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese”. .
Si accettano scommesse sull’esito. Resta il fatto che il termine “genocidio” viene applicato alle azioni israeliane per la prima volta in un documento ufficiale – per la storia.
Il Sudafrica è seriamente preoccupato per la difficile situazione dei civili coinvolti negli attuali attacchi israeliani alla Striscia di Gaza, dovuti all’uso indiscriminato della forza e all’allontanamento forzato degli abitanti. Inoltre, vi sono continue segnalazioni di crimini internazionali, come crimini contro l’umanità e crimini di guerra, che vengono commessi, nonché segnalazioni secondo cui atti che raggiungono la soglia del genocidio o crimini correlati, come definito nella Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del genocidio, sono stati commessi. sono stati e potrebbero ancora essere commessi nel contesto dei massacri in corso a Gaza.
Il Sudafrica ha ripetutamente affermato di condannare ogni violenza e ogni attacco contro tutti i civili, compresi gli israeliani. Inoltre, il Sudafrica ha continuamente chiesto un cessate il fuoco immediato e permanente e la ripresa dei colloqui che porranno fine alla violenza derivante dalla continua occupazione bellicosa della Palestina.
In quanto Stato parte della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, il Sud Africa ha l’obbligo del trattato di prevenire il verificarsi del genocidio.
Pertanto, in una riunione speciale tenutasi l’8 dicembre 2023, il Gabinetto ha ordinato che ci si rivolgesse alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia per ottenere un’ordinanza che imponga a Israele, che è anche uno Stato parte, di astenersi da qualsiasi atto che possa costituire genocidio o crimini previsti dalla Convenzione. Il 29 dicembre 2023 è stato presentato alla Corte un ricorso in tal senso in cui si chiede alla Corte di dichiarare urgentemente che Israele viola i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio e di cessare immediatamente tutti gli atti e le misure in violazione di tali obblighi e intraprendere una serie di azioni correlate.
Il Sudafrica è seriamente preoccupato per la difficile situazione dei civili coinvolti negli attuali attacchi israeliani alla Striscia di Gaza, dovuti all’uso indiscriminato della forza e all’allontanamento forzato degli abitanti. Inoltre, vi sono continue segnalazioni di crimini internazionali, come crimini contro l’umanità e crimini di guerra, che vengono commessi, nonché segnalazioni secondo cui atti che raggiungono la soglia del genocidio o crimini correlati, come definito nella Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del genocidio, sono stati commessi. sono stati e potrebbero ancora essere commessi nel contesto dei massacri in corso a Gaza.
Il Sudafrica ha ripetutamente affermato di condannare ogni violenza e ogni attacco contro tutti i civili, compresi gli israeliani. Inoltre, il Sudafrica ha continuamente chiesto un cessate il fuoco immediato e permanente e la ripresa dei colloqui che porranno fine alla violenza derivante dalla continua occupazione bellicosa della Palestina.
In quanto Stato parte della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, il Sud Africa ha l’obbligo del trattato di prevenire il verificarsi del genocidio.
Pertanto, in una riunione speciale tenutasi l’8 dicembre 2023, il Gabinetto ha ordinato che ci si rivolgesse alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia per ottenere un’ordinanza che imponga a Israele, che è anche uno Stato parte, di astenersi da qualsiasi atto che possa costituire genocidio o crimini previsti dalla Convenzione. Il 29 dicembre 2023 è stato presentato alla Corte un ricorso in tal senso in cui si chiede alla Corte di dichiarare urgentemente che Israele viola i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio e di cessare immediatamente tutti gli atti e le misure in violazione di tali obblighi e intraprendere una serie di azioni correlate.