Poiché nessun giornale o tv italiano ve lo dice, diciamolo: sui migranti, il governo italiano ha riscosso un grande successo internazionale. Un successo politico e morale, perché ha costretto tutti i governi che ci hanno accusato di disumanità e violazioni del codice dei salvataggi perché “l’Italia chiude i suoi porti”, a dichiarare che chiudono i loro
Esemplare il caso della Lifeline, la nave di soccorso che (a trasponder spento) ha raccolto 230 e passa africani dalla Libia, il triplo in più della sua possibilità di soccorso. Prima chiede di sbarcare gli africani alll’Italia, con insistenza, e riceve la risposta: rivolgersi alla Libia. Passano le ore, la Lifeline chiede a Malta: rifiuto.
Il primo ministro maltese Muscat twitta: “La Lifeline ha infranto le norme ignorando le istruzioni italiane [della guardia costiera]”, cominciando insomma a dare ragione al governo, e commenta che tutta la faccenda ha “aperto gli occhi” sul fatto “inaccettabile” che “alcuni di questi battelli di salvataggio non sono registrati regolarmente”; la nave ha la bandiera olandese e l’Olanda si rifiuta di occuparsene, con la scusa che è registrata come “battello da diporto”; il governo di Malta perciò “vuol vedere se adire alle vie legali a proposito degli obblighi di un paese”, perché “la legge del mare è chiara, lo stato in cui la nave è registrata ha il diritto di ordinarle di smettere di bighellonare”.
Bighellonare (loitering): pensate se Salvini avesse usato questo verbo per gli eroici soccorritori di negri deportati dagli scafisti, i commenti indignati dei nostri giornalisti.
Ma c‘è di più. Il premier maltese conclude: “Siamo un paese sovrano e nessuno deve dettarci cosa dobbiamo o non dobbiamo fare”. Salvini non ha mai enunciato una frase così recisamente sovranista.
Passano i giorni sulla Lifeline, con i 238 giovanotti che mangiano, dormono, fanno i loro bisogni in una barca pensata per 50. Al quinto giorno, col meteo in peggioramento, Axel Steier, definito “il rappresentante della ONG tedesca” Lifeline, annuncia ai giornalisti francesi di aver chiesto il permesso di sbarco alla Francia e alla Spagna. “Per ora nessuna risposta”.
Poche ore dopo la risposta di Parigi: negativa. Non apre i porti. La ministra Loiseau (affari europei) non si priva di fare la morale all’Italia, non si deve “sostituire il diritto internazionale alla legge della giungla”, e insiste che ad accogliere i passeggeri deve essere l’Italia, il porto sicuro più vicino.
https://www.interris.it/esteri/lifeline-chiede-di-sbarcare-in-francia
E insiste. Occorre: “una massiccia presenza dell’Europa nei porti italiani per identificare i passeggeri”. Nei porti italiani. L’idea di Macron: centri chiusi di detenzione in Sicilia, non in Francia (non sia mai). Fatto sta che la stampa francese comincia commentare su Macron ipocrita, che fa la lezione agli altri ma non apre all’accoglienza.
La risposta della Spagna tarda. Alla fine arriva: Rifiuto. Porti chiusi. Eppure il governo Sanchez aveva fatto il gran gesto di lasciar sbarcare l’Aquarius qualche giorni prima, con 600 e passa. Adesso il rifiuto è motivato così dal ministro dello Sviluppo, Jose Luis Abalos: la Spagna “non può diventare l’organizzazione di soccorso in mare per tutta Europa. Sic: che l’Italia diventasse tale cosa, era l’evidente aspirazione di tuttti in Europa. Sanchez non ripeterà il generoso gesto dell’accoglienza dell’Aquarius. Tre giorni sono bastati per renderlo meno “umano” e generoso.
Alla fine fine, la Lifeline dichiara di essere stata rifiutata, col suo carico umano, non solo dall’Italia, ma anche da Malta, Francia, Germania, Olanda, Spagna. L’Europa progressista e umanitaria si è chiusa a riccio – non meno di quella “sovranista” e inumana. E ha dovuto farlo apertamente.
Forse il Nord Europa mostrerà il suo gran cuore accogliente? Se lo aspetta la Maersk, che ha raccolto 108 africani presso la Libia e vuole scaricarli in Italia. Passa le ore ferma sperando di avere l’autorizzazione. Che non arriva. La Maersk non è il battello di una ONG, che può bighellonare; è una portacontainer, “ogni ora di sosta senza scaricare sta costando a Maersk un sacco di soldi”, dichiara la ministra danese all’immigrazione, Inger Stoiberg, la posizione italiana è “Irragionevole”. (Irragionevole perché danneggia l’armatore danese). Il primo ministro Lokke Rasmussen dichiara dal canto suo che “l’Italia deve adempiere ai suoi obblighi internazionali”. Si noti che la Maersk aveva spento i trasponder nel momento in cui ha “incontrato” in mare il gommone degli africani, ed era insieme alla Lifeline, che ha spento i trasponder per otto giorni. C’è li qualcosa che nascondono.
Ad un certo punto, forse l’armatore sembra chiedere al suo governo danese di accogliere quei neri. Non sia mai, dichiara la ministra Stoiberg, “nota per la sua linea dura contro i migranti”: “Questi si dirigevano verso l’Italia, è lì che volevano andare”. Sic. . Alla fine, ahimé abbiamo ceduto: la Maersk scarica i suoi cento a Pozzallo. Ma quel che l’armatore ha perso in questi giorni (forse 50 mila euro al giorno di attesa), è una lezione che ricorderà, ed un’esperienza che esiterà a ripetere.
Che la vicenda si concluda con uno scacco per Macron, lo sottolinea – ed è tutto dire – Libération, il quotidiano della sinistra al caviale (gauche caviar) e proprietà di Rotschild:
“Arroganza francese”, è il titolo – in italiano nel testo – della affilata critica a firma di Laurent Joffrin, columnist di punta (e molto caviar) del progressismo d’Oltralpe. “Il comportamento delel autorità francesi verso gli italiani offre l’esempio compiuto di quel che non bisogna fare nelle relazioni fra nazioni vicine….L’Italia che si denuncia ha avuto un comportamento spesso esemplare verso i riprovati, mentre nello stesso tempo la Francia chiudeva la sua frontiera del Sud, accogliendo in totale un numero di rifugiati molto inferiore a quello dell’Italia
http://www.liberation.fr/politiques/2018/06/25/arroganza-francese_1661781
“Invece di calmare il gioco, Macron ha continuato la polemica. Propone di creare dei “centri chiusi” per gestire il flusso dei richiedenti asilo. In Francia? No, in Italia”. Una staffilata in piena regola alla politica e al comportamento di Macron in questo frangente.
E ancora:
“Mentre i leader europei continuano ad esibire le loro divisioni, avanza l’idea che non ci sia una soluzione europea, e che ogni paese ha interesse a legiferare per se stesso”.
Che è un implicito riconoscimento di quel che fa Salvini e il governo Conte: invece di aspettare una “iniziativa europea” che mai avverrà, ecco gli accordi con Tripoli , la formitura di motovedette, e il progetto di fare centri di identificazione oltre il Sud libico. Progetto difficile, ma intanto la Libia sta operando in proprio ai salvataggi in mare – nell’ultimo, ostacolata dalla nave dlla ONG spagnola Open Arma, che ha cercato di impedire che 500 sui gommoni fossero riportati alla marina libica a Misurata, oltretutto spegnendo i trasponder insieme alla SOS Meditalia (altra ONG). Un comportamento sempre più apertamente piratesco.
Frattanto l’UNHCR comunica che la Marina Libica ha riportato indietro, oltre mille rifugiati negli ultimi 5 giorni, consegnandoli allo UNHCR – dunque non si tortura, in Libia, e Tripli è “un porto sicuro” in cui portare o riportare i “migranti”.
VAle la pena di citare Freancesca Totolo, attenta osservatrice dei traffici ONG-Scafisti.
Oggi la Guardia Costiera Libica ha salvato e riportato in #Libia,820 #migranti fatti partire dai #trafficanti come se fossero carne da macello. La strategia è quella delle partenze in blocco,per causare stragi e così giustificare la presenza delle #ONG. http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/06/24/migranti-lifeline-a-salvini-a-bordo-ci-sono-essere-umani_3bd24ba5-740e-424b-9a55-023a82841939.html …
Anzi, di più: lo UNHCR ha cominciato da evacuare i rifugiati dalla Libia al proprio centro di transito in Niger, in numero di.
Yesterday, 128 refugees were evacuated from #Libya to UNHCR’s Emergency Transit Facility in Niger – a total of 1858 refugees have been evacuated out of Libya since November 2017 @Refugees
Domani Macron va da Bergoglio e pranza con la Sant’Egidio, avendo bisogno di unzione santimonioso-clericale nella sua polemica – fallimentare – contro il governo italiano. Sappiamo già che El Papa non farà mancare il suo appoggio, ha simpatia per personaggi del genere.
Ma la autorità di Bergoglio come pontefice è alquanto più diminuita di quanto Macron, che non frequenta chiese, possa credere.