Sul golpe di Macron (in UE l’hanno già fatto)

Aggiornamento: è ormai ufficiale: in un comunicato appena diffuso, Macron ha bocciato un governo guidato dal Nuovo Fronte Popolare (NPF).

Si tratta di una situazione senza precedenti nella storia della Quinta Repubblica francese: lo sconfitto alle elezioni rifiuta di fatto di cedere il potere al vincitore.

Lo spiega con il fatto che la sua “responsabilità è quella di garantire che il Paese non venga né bloccato né indebolito”, sostenendo che se nominasse un governo NPF, questo verrebbe presto censurato dal parlamento e messo in miseria. Potrebbe essere il caso, ma rimane comunque questo fatto terribilmente scomodo: il partito di Macron ha ottenuto molti meno voti e parlamentari dell’NPF, eppure è il partito di Macron a gestire ancora il governo francese, ed è Macron stesso a decidere chi può o non può assumere il potere in base a ciò che pensa possa “indebolire la Francia” o meno. È folle,

‘*Dai social media un rischio per la democrazia*’,

lo dice il commissario Europeo per gli Affari Economici Paolo Gentiloni, a Venezia, in un videomessaggio alla conferenza del Soft Power Club #ANSA

Gentoiloni  da giovane andava in giro con la chiave inglese a sprangare i fasci e ora gli da noia che la gente dialoghi e si organizzi nei social…

Ecco le me… che hanno votato a favore del Digital Service Act, la legge bavaglio che mette a tacere ogni forma di pensiero critico circolante sul web. Approvato a ottobre 2022, è entrato in vigore il 17 febbraio 2024. Il fondatore di #Telegram, #PavelDurov, è solo la prima esemplare vittima.