I commenti ai Tre Giorni di Buio sono andati proliferando con grande rimbalzo di citazioni bibliche, neo-testamentarie, conciliari, “legga questo”, “lei non conosce le Scritture”: un gran convegno di Testimoni di Geova, protestanti, abbondanti palate di “Sola Scriptura”, e bergogliani e miscredenti che trovano splatter il cattolicesimo e inutile la sofferenza.
Così tutti avete, abbiamo, perso di vista – e rigettato – l’essenziale nel sacrificio della stigmatizzata bretone: la generosità eroica di una semplice donna che risale sul Golgota per la salvezza dei peccatori che non la meritano, cioè anche voi ed io.
Le stigmate – un fenomeno molto raro nella mistica cattolica, e solo cattolica, e che si produce molto più in donne che uomini – – non vengono come viene un eczema o un raffreddore. Come le sofferenze minori ma comunque tremende che hanno vissuto i santi più incendiati d’amore (penso alla piccola cara Giacinta di Fatima, abbandonata in un lontano ospedale, senza la mamma, con la piaga aperta sul petto), sono la libera risposta esistenziale ad una domanda che viene loro posta: “Volete salvare anime?”. E’ uno slancio di cuori incredibilmente magnanimi, divorati dalla misericordia per il destino eterno di noi peccatori. Chi gli chiede un tale sacrificio sa, naturalmente, di poterlo chiedere: e nel Calvario delle piccole guerriere, dà ovviamente tutte l’assistenza e la forza di cui hanno bisogno, fra cui la veggenza e i doni soprannaturali, propri dello stato superiore di spiritualità (di amore) in cui sono.
Chi trova splatter la storia della Jahenny e delle sue “similprofezie”, e in generale il cattolicesimo , e si disgusta a vedere in chiesa “cadaveri ovunque”, mostra solo di avere un’anima corta, taccagna. Dovrebbe invece avere gratitudine e ringraziare la piccola donna eroica che per noi ha accettato le stigmate e quel che ne segue, per risparmiarle a noi dall’anima corta e taccagna che ce le meritiamo; che siamo in pericolo eterno; per noi che mai potremmo accettare un centesimo del suo sacrificio – e a noi infatti non viene chiesto.
Non sapremo mai quante migliaia di anime ha recuperato, quante conversioni inspiegate ha ottenuto, quante morti impenitenti ha scongiurato col- suo sacrificio la povera perseguitata con le sue vie crucis, al di là dello spazio e del tempo, nellìordine misterioso e perfeto della Provvidenza che ha “avuto bisogno” di lei.. Forse ha “comprato” la grazia proprio per me, e se finirò in purgatorio invece che nelle tenebre infernali, ringrazierò in eterno lei, Marie Julie di quel paesino della Bretagna.
La mancanza di gratitudine viene dalle generale ignoranza, o non credenza (di anime tirchie), nella comunione dei santi: la solidarietà vivente fra i credenti di qua e quelli “di là”, della Chiesa militante con la Chiesa trionfante e purgante, per cui noi qui preghiamo per abbreviare le pene alle anime del purgatorio, loro i trionfanti ci assistono, e fra noi qui preghiamo il Padre, e la Vergine e Cristo e i santi, perché aiutino uno di noi che è nel bisogno, offrendo piccoli sacrifici e preghiere e digiuni.
Nega palesemente la comunione dei santi -quello che mi ha scritto:
“Sig. Blondet, le consiglio di rileggere attentamente il Nuovo Testamento della Bibbia (Vangeli ed epistole). Il sacrificio alla croce di Gesù Cristo, il figlio del Dio eterno, è stato perfetto per la salvezza delle anime di tutti i tempi, e non c’è nulla da aggiungere. Da nessuna parte nella Parola di Dio è scritto che Gesù ha bisogno di chiedere a qualcuno di partecipare al suo sacrificio per salvare delle anime, né che le sofferenze di chicchessia (tutti gli esseri umani senza distinzione sono stati e sono peccatori) possano salvare un’altra anima. Gesù alla croce ha compiuto tutto ciò che era necessario per la salvezza delle anime, come Lui stesso ha dichiarato prima di morire e ha confermato con la Sua resurrezione”.
E’ fin troppo facile riconoscere qui la gnosi imperante in Bergoglio e nella sua chiesa, coi suoi cardinali che si affrettano a dire che l’epidemia non è una punizione, che Dio non castiga; e che non avete niente da rimproverarvi voi, perché Gesù dalla croce ha già compiuto tutto quel che era necessario alla salvezza di ciascuno di voi.
Quindi continuate pure a sfilare nei gay pride, a fare aborti ed eutanasie; a lucrare derubando dei salari i lavoratori, a sfruttare, a uccidere, a corrompere i bambini.
Che questa sia la conclusione di Bergoglio e dei suoi bergogliani è evidente nella sua conclamata ammirazione per il caro Pannella, l’amata Bonino, il diletto Luca Casarin; l’indifferenza verso gli scandalosi comportamenti omosessuali di prelati, che vengono anzi favoriti nella carriera; la proposta di risolvere questa crisi che ha obliterato per sempre il “benessere” e i piaceri del globalismo, col governo mondiale e più Unione Europea – invece che un richiamo alla conversione, tornare a Cristo finché siamo in tempo.
La religione generale universale per il governo mondiale , lacrimante sui poveri immigrati e senza alcuna pietà per un popolo intero – e quale popolo, il greco – ridotto alla fame e alla norte, è palesemente alimentata da questo “cristianesimo” che non ha più bisogno dei farsi perdonare, e nemmeno di pregare. Questa terribile volontà ecclesiastica di non dare un senso alla terribile sciagura collettiva, questo tener a digiuno i pochi ancora credenti della Eucarestia, questo profondersi per i poveri “mediatici” e la gelida indifferenza per i miseri che mediatici non sono – tutto deriva da questo: Gesù ha fatto tutto. Del resto nessuna sofferenza di chicchessia può salvare un’anima… per cui la sofferenza umana (che accadrà a ciascuno di noi,inevitabilmente ) non ha significato né valore…
Questa “dottrina” diventata atteggiamento morale di massa, ostinato, calloso rifiuto a riconoscersi bisognosi di pentimento e ritorno alla Casa del Padre, è proprio quella che chiama, invoca su una tale umanità quella punizione collettiva – fisica e materiale – che alcuni hanno trovato splatter. Come quelli che al tempo di Noé lo canzonavano, e andavano ai propri affari, così questa generazione .
Perché, poi, la stessa catastrofe – la fame,la guerra, la peste – sono anch’esse un richiamo della Misericordia suprema, l’estremo avvertimento :
“Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell’ultimo giorno”
1934, messaggio di Gesù a Santa Faustina Kowalska.
La eroica Marie Julie Jahenny ci ha predetto lo stesso segno dal Cielo:
“…La dolce Croce sarà il riparo dei cristiani…la Croce sarà così luminosa che in pieno giorno sarà più splendente del sole; nella notte Essa non si spegnerà, si allungherà ad una distanza immensa.... Una nube rossa e un rombo di tuono attraverserà tutto il cielo…a causa delle espiazioni che mi sono offerte Io ritardo il disastro.”
21 novembre 1912, messaggio di Gesù a Maria Giulia Jahenny.
Un segno inequivocabile, rivolto a tutta l’umanità. Molti da cui non ce lo aspetteremmo – musulmani, ebrei, cinesi – si convertiranno, si dice. Cerchiamo di non essere in quella maggioranza che invece troverà la croce in cielo , splatter e molto kitsch.