SUPER EX: MA PERCHÉ MONS. PAGLIA TELEFONAVA A PALAMARA? DI DIO NON SI PARLAVA…

Marco Tosatti

Super Ex (ex di Avvenire, ex di Movimento per la Vita e di altre robe cattoliche, ma ancora non ex della Chiesa cattolica, apostolica e romana, tutt’altro) è così: scompare per settimane, e poi per qualche giorno ti tempesta di riflessioni e commenti. Oggi ha mandato un articolo su mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Ma non ci ha scritto per commentare l’ineffabile articolo con cui Paglia, su Famiglia Cristiana di fronte all’assassinio di Vincent Lambert, ucciso per fame e sete, afferma, come riporta nel titolo Famiglia Cristiana (sic) che “Nel dramma il conflitto non aiuta”. Incredibile, vero? Eppure è così. No, ci parla invece delle frequentazioni così poco conflittuali del fondatore di Sant’Egidio con le stanze del potere e in particolare con quelle del CSM ora sotto inchiesta. D’altronde mons. Vincenzo Paglia era lo stesso che pensando di parlare con Matteo Renzi, in una telefonata organizzata da la Zanzara gli diceva : “Tieni duro, tenete duro” riferendosi al Governo dopo aver ricoperto di elogi lo stesso (finto) Renzi: “sei bravissimo” “complimenti per tutto”.

Mi chiama un amico giornalista e mi dice: “Visto le novità su monsignor Paglia? Guarda Il Fatto quotidiano…”. Vado a vedere ed ecco cosa scopro: che il monsignore tanto caro a Bergoglio, tanto amico di Pannella, incontrava segretamente Palamara, il magistrato intrallazzone di cui si discute da giorni e giorni. Abbiamo ora le intercettazioni del loro colloquio!

Ma perché un magistrato dialoga con un vescovo, presidente della Pontificia accademia per la Vita, di questioni che con la fede e la Chiesa non hanno nulla a che vedere?

Il lettore ricordi anzitutto la provenienza di Paglia: Comunità sant’Egidio, congrega di catto-piddini di ferro, con fortissimi agganci internazionali e vaticani. E poi rammenti un fatto: Paglia è da anni sotto processo per un buco di 25 milioni di euro nella diocesi di Terni, quando il vescovo era proprio il Paglia.

Alla luce delle intercettazioni con Palamara, sorge spontanea una domanda: si può ipotizzare che l’astuto monsignore, membro della potente Comunità di Sant’Egidio e amico di Bergoglio,  sia riuscito a ritardare fino ad ora certi appuntamenti con la giustizia, anche in virtù di una consolidata capacità di frequentare, oltre ai politici del PD, anche un mondo di magistrati che le recenti rivelazioni accusano di essere corrotti?

Si tratta solo di un’ ipotesi, che sarà confermata o smentita quando terminerà il processo che vede Paglia, ancora oggi, imputato.

Certo che se le cose andassero male, Bergoglio, che ha già perso parecchi soldati fedeli a causa delle magistrature laiche, si vedrebbe privato, ancora una volta, di un prezioso collaboratore: quello a cui ha dato l’incarico di affossare la scuola di bioetica cattolica fondata da Giovanni Paolo II, il cardinal Elio Sgreccia e il cardinal Carlo Caffarra.


Fin qui Super Ex. Sulle dichiarazioni straordinarie di mons. Paglia sulla fine di Vincent Lambert (che non era in fine vita, e che non era sottoposto a nessun trattamento) vi rimandiamo ad altri commenti, come quello di Costanza MirianoNelle Note, e La Nuova Bussola Quotidiana. Ma quello che ci sembra veramente particolare è la sfortuna di papa Bergoglio. Ogni volta o quasi che sceglie qualcuno, si viene a sapere che questo qualcuno ha un Passato. Che lo rincorre, e talvolta lo fa nelle aule dei Tribunali. Che dite? Che non è sfortunato, è solo bene informato? Ah, certo, è un’ipotesi…