di Marco Tosatti
Super Ex (ex di Movimento per la Vita, ex di Avvenire, ex di….ma non ex cattolico), scopriamo oggi, non è un ex italiano: le vicende del nostro Paese lo appassionano anche quelle politiche. Mentre infuria la battaglia fra entità eterodirette o eterosensibili e le persone elette dalle urne sui nomi dei ministri, Super Ex ci ripropone un tema antico quanto l’Italia (e la Germania): la pulsione alla conquista da parte dei secondi, e il legittimo desiderio di non essere fagocitati dei primi, per quanto arroganti e potenti siano. Vi ricordate Marzo 1821? “…Che non disse al Germano giammai: Va’, raccogli ove arato non hai; Spiega l’ugne; l’Italia ti do”. Anche nella Chiesa, ahimè…
“Caro Tosatti,
ci faccia caso: Paolo Savona ha un cognome ebreo. Non so se lo sia, o meno, però mi piace pensare che la forza con cui sta sfidando la Germania derivi anche da lì. Da una conoscenza – diciamo – così sentita della storia di quel paese, della sua volontà egemonica che da secoli minaccia l’Europa. Savona ricorda che con la I e la II guerra mondiale la Germania tentò di conquistare militarmente il continente, obiettivo che oggi persegue per via economica e monetaria. Verissimo, soprattutto con la II guerra mondiale è andata proprio così.
Da quando ci odiano i tedeschi? Forse da qualche millennio, visto che Roma non riuscì mai a civilizzare i Germanici, e furono loro a dare una spallata mortale alla civiltà romana (che, per il vero, aveva fatto il possibile per autodistruggersi).
Ma l’odio di oggi -quello che fa dire giustamente a Matteo Salvini “Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati – ha sbottato Salvini – e noi dovremmo scegliere un ministro dell’Economia che vada bene a loro? No, grazie”- ha origini più recenti: nel protestantesimo di Martin Lutero.
Lutero fu la ribellione barbarica e violenta contro la latinità, la cattolicità, la cultura. Era un uomo rozzo, volgare, che identificava Roma come il mortale nemico della nazione germanica. Fu lui a far nascere davvero il nazionalismo germanico, che tanti guai avrebbe portato all’Europa. Fu lui a maledire, con una violenza senza precedenti, gli ebrei, e gli italiani, colpevoli, questi ultimi, di essere cattolici. Fu dalla sua predicazione divisiva e settaria che nacque la prima grande guerra che incendiò l’Europa, assai prima della I e della II guerra mondiale: la guerra dei Trent’anni.
A lui si sono richiamati, in funzione anticattolica, e spesso anche antisemita, teorici dello Stato Assoluto come Georg Wilhelm Friedrich Hegel e nazionalisti furibondi come Johann Gottlieb Fichte.
Bene fa Salvini ad opporsi ai diktat tedeschi. Farebbe bene a ricordare loro (come fece Alcide De Gasperi un secolo orsono nella sua lotta contro il pangermanesimo di inizio secolo) che Dante, Tommaso d’Aquino, Francesco d’Assisi e Michelangelo, per non citarne che alcuni, valgono molto di più di Karl Marx, Georg Hegel e di quel pazzo, in senso reale, di Friedrich Wilhelm Nietzsche.
Ahi, che bello se avessimo anche nella Chiesa qualcuno capace di resistere alle sirene tedesche! Bergoglio non è forse il braccio armato di Karl Rahner, dei cardinali Karl Lehmann, Reinhard Marx e Walter Kasper? Non è forse, nella sua quotidiana demolizione dei dogmi, il degno erede di Martin Lutero?”.