March 13, 2022 Matteo D’Amico 0 Comments
Nel 2017 la RAND Corporation, formalmente una società con 1800 dipendenti di consulenza governativa (un cosiddetto think tank) in ambito economico, politico e militare, ma di fatto una realtà perfettamente organica al Pentagono e ai Servizi di intelligence U.S.A., ha pubblicato una ricerca intitolata “Sovraestensione e sbilanciamento della Russia. Valutare l’impatto di opzioni che impongono costi”. In tale studio si suggeriscono al governo americano una lunga serie di azioni (economiche, militari, politiche, etc.) utili a generare stress e costi crescenti alla federazione Russa e infine capaci di farla collassare. E’ interessante notare che si parla anche di Ucraina, infatti una proposta è legata a questo stato, che del resto nel 2017 da tre anni era ormai sotto il pieno controllo U.S.A. e N.A.T.O.. Inoltre ricordiamo che era già iniziata la fortissima tensione sul Donbass, con continui bombardamenti ucraini. Ecco il testo: “Fornire aiuti letali all’Ucraina sfrutterebbe il punto di maggiore vulnerabilità esterna della Russia. Ma qualsiasi aumento delle armi militari statunitensi e dei consiglieri all’Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per aumentare i costi per la Russia per sostenere il suo attuale impegno, senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi”
Si noti che ciò che si auspica è una continua e crescente provocazione alla Russia che non sfoci però in una guerra totale fra Russia e Ucraina. Ora il 24 febbraio, dopo otto anni di provocazioni e stragi (con 14.000 morti fra gli abitanti del Donbass morti sotto le bombe di Kiev) la Russia ha iniziato un’operazione militare speciale in Ucraina evitando una guerra di attrito nel Donbass e mirando a bonificare completamente il paese ormai ostaggio degli anglosionisti. Quindi Putin ha fatto proprio ciò che apparentemente temeva la RAND Corporation, ovvero ha allargato la guerra. Vi è però un problema, ovvero che lo studio citato della RAND è sempre stato pubblico e largamente noto e questo fatto o rappresenta un atto di grande ingenuità dei dirigenti della società (che potevano fare avere il rapporto al Pentagono in modo riservato); oppure rappresenta un sofisticato “cavallo di Troia”, un regalo avvelenato alla Russia per spingerli a fare proprio ciò che in realtà gli U:S:A: in questa prospettiva ciò che si voleva era proprio ciò che si diceva di temere, ovvero un’invasione russa dell’Ucraina, per attirare il loro esercito in un pantano ingestibile, con enormi problemi di guerra contro-insurrezionale; insomma bloccarli in un nuovo Afghanistan capace di consumarne le forse armate e le risorse, oltre alla credibilità e al consenso di Putin. In questa seconda prospettiva il rapporto pubblico sarebbe stato un amo gettato nella speranza che la Russia operasse in modo coerente e speculare. L’invasione totale dell’Ucraina in tal caso era il vero fine degli U.S.A. .
La possibilità che quest’ipotesi sia corretta nasce incrociando il caso Ucraina con quello di Svezia e Finlandia, due paesi che non fanno parte della N.A.T.O. (con la quale però cooperano attivamente a più livelli) e che storicamente hanno una lunga tradizione di neutralità. Recentemente ha iniziato ad essere agitata sui media l’ipotesi dell’adesione dei due paesi nordici all’alleanza a guida americana:
La Russia ha già commentato questa ipotesi parlando della necessità, in caso di adesione, di adottare “inevitabili misure di ritorsione” di carattere sia economico che militare. La Finlandia nella N.A.T.O. rappresenterebbe per la Russia una minaccia esistenziale, perché molto vicino al confine finlandese si trovano le basi dei sommergibili nucleari russi.
La cosa più interessante però è che, sempre la RAND Cor., in un recentissimo studio, sottolinea la grande opportunità che la guerra in Ucraina apre alla possibilità di assorbire Svezia e Finlandia nella N.A.T.O.: viene suggerita anche una strategia fondata su segretezza delle trattative, rapidità del processo, attivazione di clausole di salvaguardia che proteggano i due paesi da un intervento militare russo durante il processo di adesione. La guerra in Ucraina apre una finestra di opportunità perché si ritiene che la Russia non sarebbe in grado di aprire un secondo e un terzo fronte contro Svezia e Finlandia, paesi dotati di eserciti moderni e di grande valore (LA Finlandia in un mese può richiamare e schierare 280.000 uomini ben armati e addestrati). Ecco l’articolo:
https://www.rand.org/blog/2022/03/complex-but-promising-prospects-as-finland-and-sweden.html
Come un cane idrofobo gli Stati Uniti -che, bisogna ricordarlo sempre, non sono uno stato, ma un’entità artificiale, un “golem” sanguinario manovrato dalla grande finanza, dall’usura bancaria internazionale- hanno scelto come loro nemico esistenziale la Russia, l’unico paese che ha i mezzi per opporsi al lento, ma inesorabile instaurarsi di un governo mondiale unificato. Ma la Russia il 24 febbraio ha, per così dire, rovesciato il tavolo da gioco dei “neocons”, iniziando l’operazione di demilitarizzazione e de-nazificazione dell’Ucraina, sorprendendo di fatto tutti gli analisti e gli stessi U.S.A. Molti si aspettavano un intervento nel Donbass, esplicito o “negabile”, ma ben pochi avevano pensato a un atto di forza così coraggioso e deciso come l’invasione di tutta l’Ucraina (uno stato, lo ricordo, più grande della Francia). La N.A.T.O. è rimasta come paralizzata: buttata fuori a calci da un paese che pensava già come suo e che stava da tempo progettando di usare come ariete contro la Russia. Il recente attacco russo a un centro di addestramento N.A.T.O. a Leopoli, con la morte quasi certa di diversi soldati del blocco occidentale, dimostra che la Russia, in questa difficile partita a poker, non sta bluffando e non concederà nessuno spazio di manovra attivo all’entrata di soldati N.A.T.O. nell’ovest dell’Ucraina. Impressionante l’efficacia e la sicurezza con cui si muovono i russi, se confrontata all’incredibile paralisi degli europei e all’impotenza rabbiosa degli Stati Uniti. I russi hanno creato una leva di forza strategica che rende praticamente impossibile movimenti organizzati e formali degli occidentali. Tanto che il presidente polacco Duda ha dovuto rifugiarsi nel trito e ritrito ritornello del considerare l’uso di armi chimiche da parte dei russi come linea rossa da non superare, pena il dovere di intervenire della N.A.T.O. stessa.
Ma la Polonia penso sappia che è meglio non scherzare con i false flag a base di gas venefici, anche perché i russi accanto all’armata siriana è da sette anni che fronteggiano questo tipo di minacce lanciate dalle forze anglosioniste: nessuno sa come loro come si fronteggia questi vecchi, sporchi trucchi dei disperati e agonizzanti paesi della N.A.T.O..