di Paolo Gulisano (medico)
Insieme alla quarantena, continua anche la ricerca di un rimedio contro il Coronavirus. Dalla Clorochina al Remdesivir, dall’Avigan al Tocilizumab, dal Lopinavir/Ritonavir all’enoxaparina, sono diversi i “vecchi” farmaci che si stanno sperimentando sul campo. Con risultati alterni.
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L’altro giorno un quotidiano metteva in prima pagina uno dei maggiori protagonisti della scena mediatica di argomento medico, Roberto Burioni, virologo del San Raffaele, che annunciava trionfalmente che presso il suo istituto era giunto a termine uno studio che aveva finalmente trovato il farmaco anti Covid: la Clorochina. Peccato che dell’uso di questo vecchio farmaco antimalarico avesse già parlato la Nuova Bussola quasi un mese fa (vedi qui), segnalando che in Cina era stato utilizzato fin dai primi di gennaio con buoni risultati.
Nel frattempo, uno studio sull’uso della Clorochina è stato condotto in Francia, a Marsiglia, su 24 pazienti sottoposti a trattamento, da cui è emerso – secondo quanto ha dichiarato il direttore dell’Istituto ospedaliero universitario Méditerranée Infection – che il 75% dei soggetti trattati con Idrossiclorochina dopo sei giorni di trattamento aveva una carica virale negativa, ovvero non aveva più il virus attivo all’interno del proprio corpo.
Burioni, poi, è stato preceduto nello sposare la causa di questo farmaco niente meno che da Donald Trump, che il 23 marzo ha dato il suo endorsement pubblico al farmaco, entrando però immediatamente in conflitto col dottor Anthony Fauci, il capo della task force anti-Covid americana, che replicava affermando che non ci sono ancora sufficienti evidenze scientifiche per sostenere che il farmaco possa essere efficace. Ne è nata una bufera mediatica, che ha visto il presidente americano oggetto dei consueti lazzi dei suoi detrattori, ma il tycoon non ha fatto alcun passo indietro e ha anzi rilanciato dicendo che la Clorochina dovrebbe essere associata ad uno specifico antibiotico per le infezioni polmonari.
Ma le terapie possibili non finiscono qui. In Gran Bretagna, dove si è volutamente scelto di lasciar circolare il virus in modo che potesse raggiungere un alto numero di persone che lo contraessero in forma leggera in modo da avere una diffusa herd immunity (“immunità di gregge”), sono in corso delle sperimentazioni cliniche in 15 ospedali tra Inghilterra e Scozia. Il farmaco che si sta usando è un antivirale, il Remdesivir.
(il resto qui: https://lanuovabq.it/it/terapie-anti-covid-una-nessuna-e-centomila)