Se davvero sono stati sparati 59 Tomahawks e ne sono arrivati sul bersaglio solo 23, la prima cosa che il generale Mattis doveva fare era aprire un’inchiesta contro la Raytheon che li fabbrica e li vende al Pentagono (pare) per un milione di dollari l’uno, e far scoppiare uno scandalo: i missili da crociera, guidati da satellite, per definizione non sbagliano il bersaglio. Non, almeno, in così gran numero. Perché altrimenti tanto varrebbe sparare degli Scud, che dove colgono colgono, ma sono più economici.
Cos’era, una partita difettosa? Pensate: appena due giorni prima, la Marina Usa ha dovuto smettere di operare tutti i suoi aerei da addestramento T-45 dopo che “oltre 100 istruttori si sono rifiutati di volarci, accusando problemi con l’ossigeno nell’abitacolo”. Un mese prima, il costosissimo F-35 invisibile riceveva questo giudizio dal direttore del Direttorato Prove e Valutazioni del Pentagono, Michael Gilmore: “Non ha una sola speranza in un combattimento reale”. Quanto alle portaerei, splendidi mezzi di proiezione della potenza americana, già negli anni 70 l’ammiraglio Rickover, il padre della marina nucleare, in un conflitto reale gli dava una sopravvivenza “di uno o due giorni prima di essere affondate, forse una settimana se restano in porto”. Ora, coi missili russi Sunburn supersonici e gli sciami di barchini d’assalto iraniani, i gallonati della Navy sono ben coscienti che la durata andrebbe calcolata in ore, forse in minuti.
Se anche i Tomahawks funzionassero come contro le piste siriane, il generale Mattis dovrebbe porre davvero la domanda scomoda: ma è in grado, l’America, di vincere una vera guerra?
I danni all’aeroporto siriano sono stati limitati. Ma i media americani dicono che è quasi completamente distrutto. I russi erano stati avvertiti mezz’ora prima. Solo una pista delle due, del resto, è stata bombardata abbastanza efficacemente da essere inutilizzabile. Infatti in serata (così almeno asserisce l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, quel signore che abita presso Londra) l’aviazione siriana ha ripreso a decollare da lì.
McCain fulminato, i media conquistati
L’attacco, militarmente, è stato dunque insignificante. Sicché, col passare delle ore, s’è consolidata la sensazione che la volata di Tomahawks, lungi dal fare cilecca, avevano colpito alla perfezione i loro bersagli: che non sono in Siria, ma a Washington. Hanno incenerito parecchi argomenti dei numerosissimi avversari di Trump: anzitutto, la “narrativa” secondo cui Donald è in realtà un vassallo, anzi un agente di Putin; che non è un comandante in capo capace di bombardare come i predecessori. Il lancio dei Tomahawk ha inattivato l’ostilità del senatore McCain e del suo compare Lindsey Graham, che da mesi avevano scippato la politica estera di Trump andando a riattizzare i focolai di guerra in Ucraina, nei paesi baltici, in Siria a farsela con quelli di Daesh; adesso i due hanno dovuto applaudirlo, The Donald.
I democratici, che fino a ieri minacciavano di porlo sotto impeachment (e di riuscirci) per i suoi rapporti occulti con Putin, sono tutti apparsi in tv a dire che sono a fianco del presidente come un sol uomo, per quell’azione. Adam Schiff, il vicepresidente della Commissione Intelligence della Camera, uno che cercava di incastrarlo come agente di Mosca, è andato alla MSNBB a dichiarare che non solo appoggia il bombardamento unilaterale che Trump ha deciso senza prima chiedere l’autorizzazione al Congresso, ma che esigerà dal Congresso che ne autorizzi di più.
E i media? Prima tutti ferocemente ostili, denigratori, schernitori? Fulminati: da improvviso amore, sono tutti ai suoi piedi. Hanno dato e ridato i video dei Tomahawks che decollavano nella notte dalla nave, estasiandosi: “Beautiful! A marvel!” Uno della MSNBC, Brian Williams, lirico: “Ecco le splendide immagini dei temibili armamenti mente si lanciano in quello che per loro è il breve volo verso quel campo d’aviazione!”. L’effetto-sorpresa è stato abbacinante sulle tv a cominciare da CNN: Donald è proprio un cane pazzo! Così lo vogliamo!
La lobby neocon è placata, Netanyahu è contento. Inutile dire che la cosa è stata una consolazione per tutto il complesso militare-industriale, rassicurato sulla continua spesa militare futura, che sarà forte come prima; Raytheon in particolare è stata accontentata dal generale Mattis: nuovi ordinativi assicurati da questo sparacchiamento a caso di abbondanti Tomahawks a spreco. Perché pare che tali missili abbiano una durata di vita utile limitata, e spararli è meglio che distruggerli. Rende anche molto in tv.
Intendiamoci: magari le prossime ore smentiranno questa ipotesi benevola. Tutto sta a vedere se Trump si ferma a questo o invece continua, ordinando ai suoi generali di creare una no-fly zone sopra la Siria, e distrugge altre piste e basi militari (Mc Cain glielo ha consigliato in diverse interviste tv, Erdogan lo vuole..)
Se le cose stanno così, si può sottoscrivere l’analisi del sito cattolico francese Le Salon Beige: “Trump, anche se è stato eletto, non è che un presidente simbolico nella misura in cui non s’è veramente impadronito delle leve del potere. Ha contro l’apparato dei media, il giudiziario, il finanziario. Non ha ai suoi ordini che il 2-3% dei funzionari pubblici, e i suoi fedeli non sono abbastanza numerosi per coprire i posti pubblici di vertice. La sua diplomazia è paralizzata – ed è la ragione per cui la Cina temeva che Trump scatenasse un conflitto di bassa intensità in Asia (effettivamente importanti manovre sono in corso da marzo con Corea del Sud e Usa, che mobilitano 300 mila uomini) perché la guerra permette ai presidenti americani di impadronirsi delle leve del potere. I cinesi avevano ragione, si sono solo sbagliati di teatro.
“Anche la Russia ne trarrebbe paradossalmente beneficio – a parte le proteste d’uso – perché ha interesse che Trump salvi la faccia e soprattutto si impadronisca, finalmente, del potere. Putin può lasciare che Trump sparga l’illusione che l’America ha mantenuto un piede nella porta in Siria”.
Speriamo sia così. Non possiamo far altro, da spettatori.
The American President, con Michael Douglas
Chiudo citando un sagace lettore, che ha elaborato questa valutazione fra i primi: “…Sembra un film . Anzi, nel film “The American President” Michael Douglas ordina un bombardamento di notte di una base libica quando non c’è nessuno: lo fa per motivi di propaganda per fare una ritorsione ai terroristi libici per dare ai mass media americani quello che volevano, cioè “la vendetta”.
Douglas nel film dice “scegliamo un orario notturno, non voglio che ci siano troppi morti. Mentre noi siamo qui, un custode sta per morire lasciando moglie e figli perchè il suo governo non è stato capace di capire che non bisogna sostenere i terroristi e il nostro governo quindi è costretto ad intervenire per punire sia il governo libico di Gheddafi, sia i terroristi ma soprattutto un tizio che semplicemente fa il suo lavoro come custode notturno. Ma è necessario fare questo bombardamento visto che nessuno di noi si può permettere di lasciare impunito un attacco terroristico” e nel film si può notare che Douglas è sotto attacco politico dagli avversari in Senato”. Come noto, Hollywood è la migliore arma strategica della Superpotenza.
Post Scriptun: la tesi qui avanzata è condivisa anche da Thierry Meyssan, un’autorità assoluta nell’intelligence alternativa. La si può trovare su Rete Voliare:
“Donald Trump afferma la sua autorità sui suoi alleati
Non fatevi ingannare dai giochi diplomatici e dalla copertura informativa dei grandi media. Quel che è appena accaduto in Siria non ha alcun legame né con la presentazione che vi è stata fatta, né con le conclusioni che se ne sono tratte.”
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Dio ti benedica Blondet!
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E che Dio Santissimo ci aiuti tutti!
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… e speriamo che ci abbia azzeccato anche stavolta!
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Interessante anche quelo che dice Aurora sul fatto, e bellissima l’ironia di Igor Konashenkov su RT quando parla della precisione dei missili.
Vorrei in ultima ricordare la precisione dei missili russi che partivano dal caspio.
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Ecco una spigazione del parziale successo:
https://aurorasito.wordpress.com/2017/04/07/trump-spara-59-missili-assad-ne-abbatte-36/
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…aspetto un bel pezzo a firma di Paolo Mieli e Giuliano Ferrara condito con qualche lacrimuccia!
Poco ci manca che questi psycho-scribacchini di scarabocchi arrivino a frignare strillando che la colpa è di Putin anche del lancio dei missili Tomahawk da parte USA e dell’attentato a Stoccolma. Da loro ci possiamo aspettare di tutto. Perchè Putin dev’essere, come ci ha insegnato il Direttore, sempre e comunque colpevole a priori.
Ormai viviamo in quello che io definisco: livello Matrix! ….tanto il popolo bue continua a pascolare.
Ah dimenticavo. A quando il prossimo attentato?
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La condivido quasi sempre, direttore, e La considero un vero maestro del saper pensare criticamente la realtà. Mi permetto, con estrema umiltà, di essere scettico della Sua attuale interpretazione. Mi pare cervellotica, un po’ troppo dietrologica. La reazione russa, a differenza del recente passato, non è stata lineare. Al principio, stamani, vi fu una specie di “presa di distanza”dall’appoggio al legittimo governo siriano, attaccato militarmente da una potenza straniera illegittimamente presente nel teatro di guerra: “Il nostro appoggio alla Siria non è ‘incondizionato'”… Come dire: “Un momento! Noi interveniamo su vostra richiesta, Siriani, e, in quanto alleati, siamo dalla vostra parte. Però… non aspettatevi che il nostro appoggio possa giungere fino a scelte estreme.”
Nel pomeriggio i toni mutarono, fino a concretizzarsi, alle 8 circa di stasera, nell’interruzione del mutuo scambio Nato-Russia di comunicazioni relative al coordinamento delle reciproche azioni militari: tale interruzione, ufficialmente espressa dal ministro della Difesa russo, è unilaterale.
Questo comportamento non-lineare da parte di un establishment di scacchisti molto pacati non lascia intendere uno scenario preordinato e, forse, concertato tra le due potenze, quanto, piuttosto, un’azione alquanto imprevista e subita da parte russo-siriana, forse limitata all’ultimo nei danni subiti (per ottima efficienza prudenziale di intelligence?).
Agli occhi di molti commentatori non allineati all’asse US-EU, in realtà, questo attacco viene percepito come un’incredibile dimostrazione di incompetenza, superficialità, debolezza tecnologica e stupidità di strategia. Questo è ciò che mi appare.
Il fiore all’occhiello, cioè i Tomahawk, lanciati da vicino, sbagliano perlopiù bersaglio…? Su 59, ben 36 vanno fuori mira e centrano di tutto, compresi tranquilli villaggi di gente semplice che oggi sarebbe andata a lavorare?
L’america mostra un’immagine devastata della propria “superiorità” militare e tecnologica dopo questa stolida aggressione. Confrontiamola con ciò che fecero i russi lanciando missili dal Caspio nell’autunno del ’15 e colpendo, con precisione millimetrica gli obiettivi prestabiliti…
Se stiamo ai fatti concreti vediamo uno scenario quasi assurdo.
Ma molto realisticamente sembra che la NATO abbia l’ipertrofia di Thomsen (una degenerazione muscolare che rende i muscoli tanto grossi quanto deboli e inefficaci). La Russia, colta un po’ di sorpresa, nel corso di mezza giornata abbia soppesato la situazione e, a questo punto, scommetta tranquillamente sul casus belli.
Pronta a dargli seguito. E gli US? Cosa faranno, a questo punto? Si tireranno indietro?
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La nato adesso vuole aggredire la Russia direttamente, più ancora che non la Siria. L’aggressione prende di mira la chiesa ortodossa, la quale non ha ancora ceduto. Alla fine, la sovver sion e vorrà un sionismo senza profeti per i vertici, e un buddismo senza carità per le plebi. A quel punto, comparirà l’Anticristo.
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La stessa tesi che ho avanzato io l’avanza Thierry Meyssan, che ha molte più informaizoni dirette di me. Può leggere in Italiano su Rete Voltaire:
“Donald Trump afferma la sua autorità sui suoi alleati
di Thierry Meyssan
“Non fatevi ingannare dai giochi diplomatici e dalla copertura informativa dei grandi media. Quel che è appena accaduto in Siria non ha alcun legame né con la presentazione che vi è stata fatta, né con le conclusioni che se ne sono tratte.
RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 8 APRILE 2017
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Meno male! Grazie a Dio.
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mah. Va be che siamo di parte, ma il minimizzare la potenza usa al limite del realistico non credo faccia bene alla causa. I tomahawks hanno 40 anni, ma non penso abbiano scadenza come le uova. E che dire delle testate nucleari BM61 ora recentemente modificate in BM61-12? … W Putin, W la Russia, W Assad, W la Siria Sociale e Nazionale, ma non sarà una gita turistica vincere e vi sono alte probabilità che si perda tutti
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Per sapere se il decorso dei fatti conduce al peggio o meno, bisogna fare attenzione al linguaggio usato dai media: se parlano di bambini e di comunità internazionale preoccupata, vuole dire che interverranno con ferocia contro la povera gente. E siccome, ‘stavolta, parmi di sentire ripetitivamente assai la parola: “bambini”, temo proprio che, ormai, ci siamo. Insomma, per aiutare i bambini lanceranno contro i genitori dei bambini…tanti Tomawak, almeno secondo la grancassa propagandista degli aggressori.
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Concordo nel ritenere che i veri bersagli siano a Washington e che siano stati centrati in pieno.
Ritengo, invece, che il bersaglio – centrato in pieno – sia la stesso Donald.
Gli hanno fatto firmare l’ordine alimentandogli l’illusione di aver conquistato le menti ed i cuori di chi gli si oppone. Figuriamoci!
I media ed i McCain stanno perfettamente al gioco. Sembra l’ennesima riedizione del corvo e della volpe: far cantare il corvo per portargli via il formaggio dalla bocca.
The Donald nella parte del corvo boccalone ci sta benissimo, mentre il formaggio cui mira la volpe è il grande appoggio popolare nel Paese dimostrato alle elezioni.
Quando si sarà alienato il sostegno popolare nel Paese e pure quel poco che gli rimane all’interno dell’amministrazione (e che non ha ancora licenziato), l’impeachment al Congresso non sarà che un assai poco traumatico giochino.
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…E’ proprio il tempo delle “…pecore matte”, non degli uomini…e purtroppo, qualcuno tra noi, di noi…ride.
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Chapeau !
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Una ipotesi particolarmente a rischio di smentite postume è questa: una mossa proJewish per meglio intortarli dopo. Impensabile che i missili in così gran numero siano andati tutti fuori bersaglio: hanno un margine di errore di qualche decimetro. Il controllo via satellite idem. L’immenso apparato di controllo e sorveglianza insomma sa tutto di tutti e può tutto: è pensabile che non sappia calibrare i suoi missili sul quartier generale siriano e non su di una qualche base lontana ? E possibile che i russi fossero davvero all’oscuro di quanto s’andava preparando da non avvertire per tempo i siriani ? Insomma, io propendo per un divaricarsi sempre più netto tra gli interessi della superpotenza USA e quelli della mosca cocchiera. Quest’ultima è forte, fortissima, per ragioni esoteriche ma debole sull’aspetto operativo: abbisogna del golem per provvedere e lo fa attraverso la sua vulgata ‘ideologica’, ovvero come ‘padrona del discorso’. Il golem, la cui individuazione varia secondo i tempi, ad un certo punto rompe i lacci e lacciuoli che lo tengono avvinto e si ribella: capisce che quanto è andato facendo è contro i suoi veri interessi: è bestione immenso e stupido ma capace di vendetta. E questa avverrà.
Quello che conta è NON stare dalla parte del Maligno nonostante i vantaggi che esso procura, perchè in quest’epoca paga, paga assai bene, sopratutto col sangue e col dolore altrui: ma la moneta del Signore Infinito è la migliore.
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no-fly zone nei cieli siriani ? Be’, con gli S-400 e gli S-300 c’è già: per USAF.
Ormai è chiaro che il sistema antimissile russo era stato spento durante il lancio dei Tomahawks perchè i russi si attenevano ancora lealmente alle vecchie regole d’ingaggio. Che ora, per decisione di Mosca, non esistono più.
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Dunque Trump starebbe bleffando per ingabbiare i suoi avversari interni? Personalmente penso che se fosse vera tale tesi ci sarebbe una contraddizione tra la constatazione che Trump non governa perchè ha l’apparato contro ed il fatto che sia riuscito ad inscenare un simil-attacco (solo 23 missili su 59 hanno raggiunto il bersaglio) ordinando, appunto, di non fare troppi danni. Se l’apparato non è da lui controllato, se i generali gli sono contro perché vogliono la guerra, se i neocons e gran parte del partito repubblicano lo osteggia perché troppo accondiscendente con Putin (l’odiato nemico dell’America tanto conservatrice che liberal!), come avrebbe fatto il Donald ad inscenare un finto attacco ossia ad ordinare, facendosi obbedire, di limitarsi ad una recita teatrale? La mia impressione è piuttosto che Trump sia soltanto un umorale, che buon politico fiuta il vento e buon affarista è in grado di valutare la forza degli avversari. Trump si è fatto sostenere in campagna elettorale dalla destra nazionalista americana, che fa riferimento a Bannon ed al suo sito Breihart, perché aveva fiutato gli umori anti-establishment ed anti-globalizzazione della middle class e della working class statunitense. Ora però alla Casa Bianca ha capito che il vero potere non è nelle mani del popolo ma delle èlite tecno-militar-finanziarie e che queste possono anche distruggerlo come imprenditore. E’ un po’ un remarke della storia di Berlusconi. Quindi – forse sarò smentito ed allora ne prenderò atto – la tesi dell’amico Maurizio non mi convince, almeno non mi convince a pieno, e continuo a non riporre grandi speranze nel Donald.
Luigi Copertino.
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Io spero che sia come dice Blondet e Meyssan, ma temo di più che non sia vero, che Trump si sia accorto “chi comanda in America”. Anche se, a onor del vero, l’ipotesi illustrata e argomentata da Blondet non è per niente campata in aria. Vediamo con i prossimi sviluppi
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Comunque esiste anche un’altra chiave di lettura e se é corretta Trump é veramente un abile stratega. Per evitare l’impeachment Trump ha dovuto accontentare la stampa, i falchi anti-russi etc.: ha tirato i missili contro la base siriana e Putin probabilmente lo sapeva. Cosí adesso nessuno puó dire che Trump sia subalterno a Putin. E d’altro canto la Russia adesso é legittimata a mettere giú la mano pesante contro Daesh e a rafforzare le difese anti-aeree. In pratica se questa lettura é giusta qui hanno vinto tutti e due: Trump che é riuscito a smarcarsi sul fronte interno e Putin che adesso puó rafforzare ulteriormente l’alleanza con Assad.
Insomma si ha la netta impressione che Trump abbia voluto catalizzare una accelerazione e uno svincolamento dell’azione russa in Siria….ed é riuscito a farlo scrollandosi di dosso l’etichetta di “filorusso” e tagliando le gambe ai clintoniani. 2 piccioni con 1 fava.
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Oltretutto é molto strano che proprio Trump sia arrivato a fare una cosa che nemmeno Obama & Clinton hanno avuto il coraggio di fare (e non lo hanno fatto perché sapevano benissimo che la Russia avrebbe reagito). Quindi che qui si tratti di un attacco “telefonato” é altamente probabile..
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…e infatti non é un caso che Trump adesso punti i riflettori quasi completamente sulla Corea del Nord.
Sta giocando a scacchi CON Putin e non contro di lui..
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..mi chiedevo infatti che senso avesse sparare tutti quei missili per avere quei rsultati, informando preventivamente i Russi!
Da leggere anche Luttwak in Dagospia: faccia da tavola d’annata!!!
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La mia impressione personale è che Trump sia espressione di quell’élite che, per quanto élite, ha capito che gli USA sono per i padroni del discorso solo un golem da sfruttare a piacimento, anche fino allo sfinimento.
E questa parte dell’élite non è disposta ad accettare l’idea che gli USA diventino carne da cannone in una terza guerra mondiale.
Quindi, attraverso la presidenza Trump, e con la collaborazione di Putin, si prefigge di svincolare l’America da questa dominazione.
In quest’ottica, è probabile che le cose siano andate proprio come descritte nell’articolo. Trump necessita di tempo per preparare la controffensiva, che nel suo caso potrebbe essere il pizzagate. Infatti, malgrado le dipartite di Bannon e Flynn siano state gravi smacchi, penso che l’uomo chiave dell’amministrazione Trump sia piuttosto Sessions, il ministro della giustizia che si può far carico delle inchieste sulla pedofilia a Washington.
Per prendere tempo, ma sempre in combutta con Putin, Trump può fare mosse avventate in politica estera, lasciando che sia il deep state a menare le danze. Ma sotto sotto prepara la controffensiva sul piano giudiziario.
Spero che sia così, perché comunque trattasi di gioco molto pericoloso, non solo perché facilmente si può arrivare ad un’escalation, ma anche perché in questa maniera Trump è costretto ad assecondare la menzogna. Sentirlo accusare Assad di usare armi chimiche contro il suo popolo, è una cosa che fa male. Trump ha mentito sapendo di mentire. Forse lo ha fatto, per così dire, a fin di bene. Ma questo non è una tattica che può essere utilizzata a lungo. Mentire alla lunga può portare Trump a perdere gran parte di quel consenso popolare, che è ad oggi la sua unica garanzia di fronte agli attacchi del deep state. Trump deve passare presto alla controffensiva. Altrimenti il suo destino è segnato.