Morte improvvisa: tra i 20 e 50 anni è strage senza spiegazioni | Cosa sta succedendo?
C’è qualcosa di nuovo nel fenomeno delle morti improvvise nello sport e nei giovani? Un’indagine: dalle interrogazioni parlamentari del 2013 al drammatico caso di Michael Goolaerts del 2018. Finalmente, una scoperta del Monzino di Milano getta luce sul fenomeno.
Facciamo subito chiarezza. Non c’è nulla di nuovo, purtroppo, nel fenomeno delle morti improvvise. Già nel 2013, ovvero ben nove anni fa, il ministro della salute, allora era Renato Balduzzi, fu chiamato a rispondere in Parlamento da deputati del Pd e del Partito Radicale, che chiedevano di conoscere i dati. Ecco come rispose Balduzzi: “Il fenomeno delle morti improvvise, specie in ambito sportivo e soprattutto tra giovani atleti, è sempre più frequente; oltre 50.000 persone all’anno sono colpite in Italia da morte improvvisa, di questi circa 5.000 muoiono improvvisamente in età giovanile a causa di malattie congenite, patologie che spesso rimangono silenti per anni o non vengono diagnosticate in modo tempestivo”.
Da molti anni centri cardiologici come il Monzino di Milano studiano il fenomeno e indagano le ragioni: come il ruolo del colesterolo LDL nella cardiomiopatia aritmogena, una delle cause dirette di morte improvvisa. Una grande scoperta, che potrebbe ridurre di molto i decessi, attraverso la prevenzione.
Ma nel frattempo, digitare “morte improvvisa” su google news, continua a creare ansia: atleti che si accasciano a terra, colpiti da malori, per lo più miocarditi o arresti cardiaci. Pagine di cronaca che rimbalzano in primo piano con il triste addio dei parenti. “Colto da malore improvviso, morto custode di 41 anni”.
E ancora. “Agente polizia locale, colto da malore improvviso a 48 anni”. “Raoul Biagiotti, 20 anni si accascia a terra e muore in discoteca dove lavorava a seguito di un aneurisma”. Un caso recentemente registrato in Toscana. Un bollettino di guerra giornaliero che sta sollevando non poche preoccupazioni e speculazioni nella galassia complottista.
Nel mondo del ciclismo la situazione è seria da tempo. Nessuno potrà mai dimenticare la tragedia di Michael Goolaerts. Era l’8 aprile 2018 quando l’atleta olandese si accasciò durante una tragica Parigi-Roubaix. Ma già allora era solo “l’ultimo di una lunga serie”. Un fenomeno su cui studia da tempo Joost De Maeseneer, medico della Intermarchè Wanty Gober, autore di numerosi articoli scientifici sulle malattie cardiache e la loro correlazione con lo sport.
Ma la pandemia e gli anni che passano non hanno contribuito a migliorare la situazione. La stessa Unione ciclismo internazionale -UCI ha deciso di avviare un’indagine, di raccogliere tutti i dati per trovare delle risposte. Nel mondo dello sport, l’elenco è molto lungo. Negli Stati Uniti, tra marzo 2021 e marzo 2022, ben 769 atleti, uomini e donne, sono addirittura crollati sul campo per malori improvvisi o per arresti cardiaci.
Benché canali informativi come OAN, One American Network, espressione della più convinta destra trumpiana, abbiano lanciato servizi allarmistici, tesi a suggerire una possibile correlazione con i vaccini, è purtroppo vero il contrario: la morte cardiaca improvvisa è un fenomeno ben noto, che da tempo tormenta lo sport, colpendo anche atleti di età giovanissima.
L’importanza del defibrillatore
In Italia, la Pasqua di quest’anno ha registrato in soli cinque giorni 40 morti improvvisi. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, l’ha definita la “strage di Pasqua”.
“Negli ultimi sessanta giorni sono più di 200 le vittime. Tanti altri sono stati, miracolosamente, salvati grazie all’uso dei defibrillatori. Chiediamo per questo che ci siano defibrillatori ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto”. Un’attrezzatura che salverebbe numerose vite e porterebbe il tasso di sopravvivenza verso il 50%.
Corbelli ha invitato alla “immediata sospensione della vaccinazione per gli under 40. E questo benché non esista nessuna correlazione né indizio che tenda a legare il fenomeno delle improvvise morti da crisi cardiaca con la pandemia né tantomeno la vaccinazione. Basti pensare che nel 2018, cioè ben prima di qualsiasi campagna vaccinale, e ovviamente assai prima che il virus si diffondesse, le morti da crisi cardiaca improvvisa sono state solo in Italia ben 62mila. Attenzione, quindi, a seguire le suggestioni, invece delle evidenze scientifiche.
Denunce respinte
Il Governo respinge il nesso tra vaccinazione e malore improvviso, forte del parere del comitato scientifico, che ha studiato con attenzione la materia.
Le stesse aziende farmaceutiche hanno inserito con trasparenza nei bugiardini i gravi rischi di miocardite e la stessa Pfizer ha recentemente riconosciuto che tra le reazioni avverse ci poteva essere anche il decesso. Come del resto avviene per quasi qualunque farmaco di normale utilizzo. Va inoltre segnalato che la miocardite è assai più probabile in caso di infezione da Covid, e con conseguenze statisticamente più gravi, come provato dalle ricerche pubblicate sul New England Journal of Medicine e diffuse anche dalla Fondazione Veronesi.
Chiarimenti sui decessi
Il deputato di Alternativa Francesco Sapia, in commissione Sanità, ha annunciato di aver presentato un’interrogazione al Ministro della Salute, “chiedendo l’immediata sospensione dei vaccini antiCovid, visto un preoccupante aumento di morti improvvise”.
“Mentre l’Iss aveva assicurato che le reazioni avverse al vaccino sarebbero state meno di una su mille, continuano ad aumentare i decessi immotivati in soggetti giovani e sani. I dati degli effettivi decessi da Covid sono molto scarsi, ed è ormai noto che le morti avvengono statisticamente in soggetti anziani e già affetti da gravi patologie. Mentre i decessi di questi giorni sono avvenuti per la maggiore in soggetti sani e giovani, quarantenni che non avrebbero rischiato niente anche prendendo il virus”.
Dichiara Sapia affermando senza mezzi termini che “i vaccini antiCovid magari avranno diminuito il numero di ricoveri, ma probabilmente sono la causa di questa improvvisa strage di soggetti sani”. Le dichiarazioni di Sapia restano prive di qualunque riscontro scientifico, e fortemente osteggiate dalle autorità scientifiche e sanitarie, oltre che dalla statistica e dalle maggiori pubblicazioni mediche del mondo. Ma l’interrogativo sull’aumento dei decessi resta, e toccherà ancora una volta alla scienza risolverlo.