«La UE ha recentemente deliberato un provvedimento con cui anche la casa produce CO2 (anidrite carbonica) per cui, se le nostre abitazioni non saranno adeguate agli standard imposti non si potrà più affittare né vendere, e magari interrompere le forniture acqua, luce e gas»
Il totalitarismo oggi.
Case non green, rischio paralisi mercato immobiliare
Fa già discutere, pur essendo solo una bozza, la direttiva con cui l’Unione europea impone una svolta verde anche all’edilizia pubblica e privata, condizionando la vendita o l’affitto di un immobile al miglioramento della sua classe energetica. È una delle proposte a cui la Commissione europea sta lavorando in vista della presentazione della nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici attesa per il 14 dicembre. Un provvedimento che ha raccolto già tantissime critiche, tanto che, in poche ore, alla Commissione sarebbero arrivate proposte di modifica e di maggior flessibilità, sempre avendo presente come obiettivo l’efficientamento energetico. Procedere sì ma senza avere come risultato di paralizzare il mercato immobiliare.
Case green, cosa prevede la bozza Ue
Il provvedimento in essere ha come obiettivo l’obbligo di rinnovo energetico prima della vendita per edifici e abitazioni. Lo scopo è imporre che entro il 2050 tutti gli edifici arrivino allo standard di “emissioni zero”. Gli immobili dovrebbero essere in grado di provvedere autonomamente alla produzione del fabbisogno energetico, riducendo al minimo i consumi e l’impatto ambientale. Al risultato finale si arriverà a tappe rigidamente essere rispettate dai Paesi europei. In particolare la portata del rinnovo della classe energetica dovrà essere proporzionata allo stato di partenza dell’immobile, dovrà cioè essere fattibile rispetto alla categoria energetica di partenza. Restano invece esclusi gli edifici storici.
Case green, le tappe previste
Entro il 2027 gli immobili dovranno raggiungere la classe energetica E, nel 2030 dovranno arrivare alla classe energetica D, per poi raggiungere la classe energetica C nel 2033. Si tratta della classificazione standard della sostenibilità energetica degli immobili, su una scala che va da G, il gradino più basso, che ha un consumo annuo di 165 kWh/mq, fino ad arrivare alla classe A, la più alta, che ha un consumo annuo inferiore ai 30 kWh/mq. Le proposte dell’esecutivo Ue dovrebbero contemplare anche standard minimi di prestazione energetica e indicazioni dettagliate per i piani nazionali di riqualificazione energetica dell’edilizi. Sarebbe inoltre prevista l’introduzione di nuovi strumenti per agevolare l’esecuzione delle ristrutturazioni degli immobili da parte dei proprietari. Potrebbe essere usata la leva del credito e la possibilità di incentivare gli interventi delle società elettriche ed energetiche in quanto capaci di assumersi il rischio del finanziamento iniziale e di ripagare gli investimenti con i risparmi sull’energia.
Case green, le sanzioni
A preoccupare, nel lungo iter di anni che abbiamo visto, sono le eventuali sanzioni per chi non ottempera alla spinta ecologica. Nell’ordine, le sanzioni prevedono lo stop alla vendita e all’affitto di tutti quegli immobili che non rispetteranno gli standard energetici adottati via via a livello europeo.
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[Inoltrato da Geoingegneria – Osservatorio nazionale (Roberto Nuzzo)]
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