La domanda vera e inquietante è: dove vuole arrivare Theresa May accusando esplicitamente la Russia dell’avvelenamento del suo doppio agente Sergei Skripal? E con questi toni: ha dato un ultimatum di 36 ore all’ambasciatore russo “per spiegare come lo stato ha sviluppato l’agente nervino usato a Salisbury, o seguiranno gravi misure”, per questo “uso illegale della forza in territorio del Regno Unito”.
Londra proclama infatti che è stato usato il Novichok, un agente letale da guerra chimica prodotto dai sovietici negli anni ’70. Nel ’92, quando Mosca ha aderito alla Convenzione di Proibizione per lo sviluppo, produzione, conservazione ed uso delle armi chimiche, le dovrebbe aver distrutte.
Spero che nessuno creda che Mosca non abbia mezzi meno clamorosi per eliminare un avversario, che usare un gas nervino vietato, dieci volte più potente del VX di cui basta una goccia per uccidere un uomo, e senza nemmeno riuscirci, visto che Skribal è ancora vivo. Bisogna ritenere che i servizi ex sovietici siano parecchio regrediti.
Nel settembre 1978, a Londra un passante colpì “inavvertitamente” con la punta dell’ombrello il piede di Georg Markov, giornalista anti-comunista; si scusò e passo oltre. Markov mori poco dopo, l’ombrello aveva sparato una capsula di ricino. Londra non elevò proteste nemmeno lontanamente paragonabili all’attuale caso Skripal.
Ci vuol molta buona volontà a credere che i russi abbiano voluto ammazzare adesso un agente traditore che dal 2010 viveva apertamente a Salisbury senza nascondersi, che sedeva su unapanchina davanti a un ristorante con la figlia, e inoltre fallendo nell’atto criminoso.
Così come non si poté credere, se non in malafede, che i servizi russi abbiano ucciso l’ex agente Litvinenko usando il Polonio 201; quale servizio è così stupido da lasciare la firma, sotto forma di una immensa e inconfondibile traccia radioattiva?
Solo un decennio dopo il superpoliziotto francese Paul Barril, funzionario a riposo della Gendarmerie Nationale e fondatore del GIGN (l’Antiterrorismo di Parigi), raccontò a un giornale svizzero una versione più credibile. Litvinenko lavorava per Boris Berezovski, l’oligarca ebreo riparato a Londra, ma aveva tradito per denaro; “è stato un italiano a somministrare il Polonio 2010”, disse Barril.
. L’esecuzione del traditore fu poi usata per mettere in cattiva luce il governo di Mosca e Putin in persona, una operazione che i servizi americani e britannici chiamarono “Operazione Beluga”. Forse si ricorderà che un Mario Scaramella aveva incontrato Litvinenko quasi un mese prima; ma sia aggiunga che il personaggio, napoletano, non è mai stato incriminato, ed è noto come faccendiere e inventore di complotti russi (impagabili le sue rivelazioni venti bombe nucleari sovietiche che starebbero nel fondo del Golfo di Napoli) e conquistò la fiducia di Paolo Guzzanti (il giornalista e papà di due comici), allora senatore berlusconiano, di cui divenne il maggior “informatore” nella sfortunata Commissione Mitrokhin: Guzzanti si bevve “verità” inverosimili del faccendiere napolitano, finendo nel ridicolo e nel rimbambimento la sua breve carriera politica.
https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Scaramella
L’eliminazione con sarin di Sergei Skripal, agente ormai inutilizzabile dagli inglesi (dunque spendibile?) sembra palesemente usata per una riedizione del Piano Beluga, molto più virulenta. Si è evidentemente cercato un vero e precipitoso casus belli dell’Occidente contro Mosca.
Le ipotesi è che possa essere il frutto della riunione, tenutasi a Washington l’11 gennaio e rivelata da un dispaccio riservato britannico; dove il “Piccolo Gruppo Americano sulla Siria” (Hugh Cleary un funzionario del Foreign Office, Bonnafont un francese del Quay d’Orsay, David Satterfield del Dipartimento di Stato più un saudita e un giordano) hanno discusso i modi, pretesti e i trucchi per mantenere una forte presenza americana in Siria e impedire la soluzione politica del conflitto siriano che Mosca vuole. Spartizione della Siria; uso della propaganda sulle sofferenze di Goutha; probabile discussione su un false flag con gas al cloro (di questo si è parlato in una riunione successiva del Piccolo Gruppo, tenuta a Parigi il 23 gennaio), reinquadrameno della Turchia sono stati i fini enunciati.
Ma in questi ultimi giorni, qualcosa sta accelerando. Secondo il portale Israeinfo, gli Usa e Israele si preparano ad attaccare i siti militari iraniani in Siria; il servizio sionista Aman ha consegnato a Washington una carta dettagliata dell’ubicazione di queste basi.
https://israinfo.co.il/2018/03/11/ssha-i-izrail-soobshha-udaryat-po-iranskoj-voennoj-infrastrukture/
Contemporaneamente gli USA avrebbero dato a Israele il semaforo verde per attaccare Hezbollah
L’esercito siriano ha sfondato a Goutha Est, sicché i terroristi dell’Occidente hanno le ore contate.
Si aggiunga l’intensificarsi, da parte della lobby a livello internazionale, della campagna di demonizzazione di Vladimir Putin, la sua reductio ad Hitlerum – che può essere un sinistro segno preparatorio del peggio: il nuovo Hitler va schiacciato. Tanto più che Putin, in una intervista alla NBC sabato, ha notato a proposito del Russiagate, che i russi che vengono accusati dal Deep State di essersi ingeriti nelle elezioni americane, non sono russi ma “ucraini, tatari, ebrei con cittadinanza russa….forse hanno un doppio passaporto o una green card; forse gli Usa li hanno pagati per questo”. Ciò che ha fatto urlare di sdegno l’American Jewish Commitee: “Sono frasi che ricordano i Protocolli dei Savi di Sion!”.
Fin dove vuole arrivare la May col suo ultimatum dunque? Che propositi ha questa stentorea accusa?
Il Telegraph ha raccontato che Skribal, che aveva comprato a Salisbury una casa da 340 mila sterline, abitava vicino all’ex agente britannico che lo aveva reclutato nel 1995 quando era un colonnello del GRU: Pablo Miller (J), addetto d’ambasciata a Tallin. E Pablo Miller lavora (o guida?) la Orbis Business Intelligence: ossia l’agenzia che il clan Clinton ha pagato perché raccogliesse materiale “sporco” su Donald Trump. Operazione che ha portato al famigerato dossier “A luci rosse” confezionato da Christopher Steele, un altro ex agente britannico che ha lavorato almeno un decennio in URSS, e che ha avuto contatti con Litvinenko. Forse anche Skripal, che “lavorava” per la Orbis, sapeva troppo di questa faccenda che coinvolge le più alte sfere del Deep State (contattato inizialmente da Jeb Bush, Christopher Steele è stato arruolato non solo dai Clinton ma anche dall’FBI che l’ha compensato per la stesura del falso dossier). Insomma potrebbe anche tutto ridursi alla necessità di coprire una faccenda vergognosamente sporca dei servizi e para-servizi Usa e britannici.