Locandina di un film che tratta del martirio nella Spagna repubblicana e anticattolica di 51 preti e seminaristi clarettiani nell’agosto 1936: ragazzi giovanissimi, a parte qualche prete anziano loro istitutore, che furono martirizzati dal Comitato del piccolo paese di Barbasco, provincia del capoluogo Huesca, regione aragonese di cui faceva parte l’efferrato Comitato rivoluzionario che era stato costituito dal FAI, Fronte Anarchico Internazionale, particolarmente forte nella regione di Barcellona.
È un film impressionante, che ogni uomo e ogni donna di “buona volontà” dovrebbe vedere, per avere un riscontro visibile di quanto la fede abbia permeato la vita delle generazioni passate, abbia conquistato il cuore di molti giovani che hanno offerto la loro vita fino al martirio.
Nessuno di loro accettò l’ultimatum dei propri assassini che si sarebbero ritratti dall’eseguire le condanne a morte, se essi avessero rinunciato all’abito e avessero ripudiato la fede.
Perché Dio nella Spagna repubblicana era diventato proibito.
Subirono una serie ininterrotta di angherie, furono chiusi dentro uno stanzone, provocati all’abiura ricorrendo alle lusinghe e alle prostitute. Ma niente da fare, i seminaristi e i loro sacerdoti non cedettero. Nonostante che il loro vescovo fosse arrestato, trascinato via in loro presenza, poi orribilmente torturato con il taglio dello scroto e portato al cimitero per essere fucilato.
Luogo dal quale provenivano ancora delle grida durante la notte. Fu necessario dare il colpo di grazia al vescovo.
I ragazzi, a gruppi di dieci, nel corso di due settimane, furono portati via con un camion di notte e, sul ciglio della strada per Huesca, fucilati da plotoni di esecuzione improvvisati, mentre essi elevavano al cielo canti religiosi e il grido di W Cristo Rey!
Un film come questo ci aiuta a recuperare le radici della fede e la memoria del martirio di chi è morto per essa.