Come i protestanti americani (di destra) siano stati convinti dagli ebrei americani (estrema sinistra liberal) a cooperare al trionfo di Israele “per accelerare la venuta del Messia,” lo spiegai nel mio I Fanatici dell’Apocalisse.
Nel 1982, l’annessione dei Territori occupati e i massacri di Sabra e Chatila alienarono ad Israele le simpatie della base progressista, liberal, in cui i sionisti avevano il nido. Ciò, spiegava un esponente dell’AIPAC (American Israeli Political Actrion Comittee) al grande giornalista Edward Tivnan, “ha danneggiato l’autorità morale di Israele… trattano la questione dei Palestinesi come un problema di diritti umani: un tema a cui gli americani sono sensibili. Vogliamo controbattere usando l’argomento che Israele è perseguitato dalla sinistra, è vittima della propaganda di sinistra. Per questo stiamo diventando “neo-conservatori”: vogliamo ampliare l’appoggio ad Israele sulla destra, verso quella gente che si occupa poco di quel che accade in Cisgiordania ma ‘ preoccupata dell’URSS”.
Una strategia delineata ed attuata con precisione. Nel novembre’82 Menachem Begin, primo ministro, percorre il Texas e la California per imbastire i contatti con la destra protestante; i preferiti per questa campagna sono i “telepredicatori” della vasta galassia degli evangelici “cristiani rinati”, possessori di tv proprie attorno alle quali han formato le loro “chiese” pentecostaliu, non denominazionali, dove i capi invocano lo Spirito sui fedeli invasati e avvengono”guarigioni” e miracoli; all’epoca andava per la maggiore Jerry Falwell (20 milioni di simpatizzanti, centinaia di milioni di donazioni ricevute l’anno), e Begin lo decora in gran pompa del Premio Jabotinski (il sionista mussoliniano…). Sono contattati e conquistati Hilton Sutton, presidente della Mission to America e la cui trasmissione tv “Parola di Fede” attrae milioni di spettatori”, Chuck Smith della Calvary Chapel di Costa Mesa, il pastore James De Loach della Seconda Chiesa Battista di Houston; il potente pastore John Hagee, è il massimo promotore del “sionismo cristiano”. . Contemporaneamente la lobby organizza “breakfast di preghiera”, curiose prime colazioni religiose “in cui rabbini di Washington spezzano il pane con tipi come Jimmy Swaggert”, un altro telepredicatore di successo trash, sul quale, prima, non avrebbero nemmeno posto lo sguardo per non contaminarsi.
Messianico-apocalittici, questi protestanti sono una vera forza politica (attorno ai telepredicatori gravitano 75 milioni di americani che ne venerano il verbo); nella loro “teologia” c’è l’attesa del Secondo Avvento di Cristo sulla terra, che avrebbe sgominato ill falso agnello e il drago rosso, più o meno identificati il secondo con l’URSS e il primo (ebbene sì) con gli ebrei. Così hanno cominciato a finanziare con milioni di dollari alle organizzazioni ebraiche come Ateret Cohanim e la Temple Mount. L’idea era: facciamogli ricostruire il Terzo Tempio (l’Abominio) perché ciò accelererà la Seconda Venuta, il loro massacro – e la conversione del “piccolo resto” nel novero di noi born again christians.
Col tempo, i due movimenti si sono venuti ibridando a vicenda ideologicamente, nei modi di vita , sul piano psichico e psichiatrico; soprattutto, le conventicole ebraiche che volevano ricostruire il Tempio, da frange lunatiche marginali, hanno acquistato soldi e prestigio e voce in capitolo. L’odio per gli arabi, abilmente eccitato, ha fatto il resto. In breve: l’espansione degli insediamenti illegali, le annessioni di case e terreni altrui, la cancellazione del popolo palestinese, anzi: tutte le guerre che Bush jr. ha sferrato contro i nemici potenziali di Israele, col “terrorismo islamico” fabbricato, con milioni di morti e il caos sanguinoso in Irak, Afghanistan, Libano, il martirio senza fine della Siria, hanno avuto l’appoggio degli evangelici.
Il libro in cui raccontavo questa storia – la nascita del termine, concetto e la devastante geo-politica “neocon” – è del 1995. Strano pensare che i miei lettori quarantenni erano allora ragazzini che nulla avrebbero compreso della portata apocalittica di questo evento decisivo della nostra storia presente. Vero, è del 2019 il saggio di Eugenio Marletta, “LA GUERRA DEL TEMPIO. Escatologia e storia del conflitto mediorientale” , che va letto come chiave del precipitare degli avvenimenti presenti; spero che lo si faccia.
Adesso vedo che in USA si è fatto un documentario su questo tema, e ne parla Azad Essa, di Al Jazeera:
Til Kingdom Come: come i cristiani evangelici alimentano il caos in Palestina
Nuovo film mostra la profonda influenza degli evangelici cristiani nel plasmare le politiche statunitensi in Medio Oriente
‘Til Kingdom Come , spiega il giornalista, “è un nuovo documentario sul legame poco compreso e spesso sottovalutato tra la destra israeliana e gli evangelici cristiani americani. Diretto da Maya Zinshtein , regista israeliana premiata con l’Emmy Award, il documentario è un viaggio da testimone oculare nel mondo fanatico del movimento sionista cristiano negli Stati Uniti mentre si svolgeva febbrilmente la presidenza di Donald Trump.
“Sionisti cristiani”
Gli evangelici cristiani costituiscono un quarto dell’elettorato americano e circa tre quarti della popolazione evangelica complessiva sono bianchi. Molti sono cristiani sionisti, che credono letteralmente che Israele sia una manifestazione di profezie bibliche e che gli ebrei debbano essere sostenuti per tornare nella loro patria spirituale .
Secondo la teologia del movimento, una volta che si saranno riuniti in Israele, Gesù tornere realizzerà la conversione al cristianesimo per alcuni ebrei e la morte per tutti gli altri.
Con l’ elezione di Trump alla fine del 2016 e lo spirito molto pubblico e trionfante che ha seguito la sua base evangelica cristiana alla Casa Bianca, Zinshtein(ovviamente anti-Trump) ha colto il destro per esplorare una storia che pochi in Israele conoscono. “Quando ho iniziato a esaminare questo problema, ho capito che c’è un enorme potere sotto la superficie che ha influenzato la mia vita, la vita dei palestinesi che vivevano accanto a me … e volevo portarlo alla luce”.
Nel documentario, Zinshtein e il suo team esplorano la piccola comunità evangelica a Middlesboro, Kentucky, un microcosmo della più ampia comunità evangelica cristiana negli Stati Uniti. Trascorre del tempo con Bingham e mostra come sia i giovani che i vecchi subiscono il lavaggio del cervello facendogli bere la fede che sostenere Israele migliorerà il loro destino.
Middlesboro fa parte di una cintura di ex città carbonifere che costituiscono alcuni dei distretti più poveri degli Stati Uniti. Il 40% della sua popolazione vive in povertà ; tuttavia è tra i maggiori contributori alla International Fellowship of Christians and Jewish ( IFCJ ) senza scopo di lucro .
“Il destino del popolo ebraico è il destino di questa chiesa. E il destino di questa chiesa è il destino del popolo ebraico”, dice il presidente della IFCJ Yael Eckstein nella “chiesa” gremita di Middlesboro, ha appena ricevuto un assegno di $ 25.000, che la gente del paese ha racimolato dollaro su dollaro. “E’ il bene contro il male. E Dio sta dicendo: da che parte stai?” aggiunge l’ebrea, er i fedeli si spellano le mani ad applaudirla.
La Zinshtein segue la Eckstein a Los Angeles, in un evento di raccolta fondi per l’esercito israeliano, dove celebrità di Hollywood come Gerard Butler sfilano attorno a figure come il defunto Sheldon Adelson , il miliardario protettore di Trump e sostenitore di Israele. Si vede Butler scattare una serie di selfie con i soldati israeliani mentre è affiancato dalla star della serie televisiva israeliana Fauda Rona-Lee Shimon.
“È una storia di fede, denaro e influenza politica”, ha detto Zinshtein.
Altra scena: il tempio luterano Nativity a Betlemme; il reverendo Munther Isaac, luterano ma nato in Palestina, siede su una panchina accanto al pastore Boyd Bingham IV, un pastore cristiano evangelico di una piccola città americana, e discute dei cristiani evangelici e del loro ruolo nel conflitto israelo-palestinese. “Gli evangelici hanno contribuito molto negativamente a questo conflitto perché sono ossessionati dal profetismo”, dice a Bingham, sionista cristiano della Binghamtown Baptist Church a Middlesboro, Kentucky . “Vedi, quello che non capisco su molti evangelici americani: nel loro scenario, gli ebrei o si convertiranno al cristianesimo un giorno, quelli che non saranno massacrati. In qualche modo, questo è percepito come una teologia che sostiene il popolo ebraico”.
“Per me, questa è una logica contorta: l’idea che Dio sta riportando gli ebrei nella loro terra. Ma quello che spesso manca è la presenza palestinese; è come se parlaste di una terra vuota. Noi palestinesi siamo stati piazzati nella parte finale di una teologia che in realtà ci dice che non apparteniamo a questo posto, che ci ha anche detto che siamo cittadini di seconda classe nella nostra patria “, aggiunge Isaac, mentre Bingham osserva. Nasce un alterco. Alla fine, Bingham dice a Zinshtein davanti alla telecamera che “un popolo palestinese, non esiste”, ripetendo il ben noto slogan sionista.
“Quando ho visto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al vertice dei Cristiani Uniti per Israele affermare che gli evangelici americani erano i “migliori amici” di Israele, ho pensato : “Questo è folle. Questo mi spaventa come israeliana”, dice la regista ebraica Zinshtein. Caratteristica la sua motivazione nel realizzare il documentario: “Volevo illustrare ai politici israeliani di entrambe le parti che “quando Israele si arruola con gli evangelici, sottoscrive la loro” intera agenda “. E questa agenda è contro i diritti all’aborto, contro diritti LGBTQ...”. . Azad Essa commenta: e nessun israeliano si sente turbato del fatto che gli evangelici abbiano un massacro di ebrei nella loro lista dei desideri, non è cosa che alcun israeliano prende sul serio”. Certo che no.
Til Kingdom Come è disponibile per lo streaming qui.