UN PIANO PER BATTERE LA DISOCCUPAZIONE

“L’eliminazione della disoccupazione in Germania durante la Grande Depressione senza inflazione è un successo notevole.  Questo è raramente riconosciuto.  L’idea che da Hitler non può venire che male si estende anche alla sua politica economica”.  Non sono parole di un  nostalgico.  Ma di John Kenneth Galbraith, uno degli economisti più  importanti del ventesimo secolo e consigliere di vari presidenti Usa.   Parole di eccezionale  autorità per gli stessi dirigenti tedeschi che stanno imponendo all’area euro le loro ricette di austerità e deflazione  – le stese che impiegò o il cancelliere Bruening, col risultato di ottenere 6 milioni  di  senza-lavoro, e  milioni di voti ai nazional-socialisti.

Galbraith:   la politica economica dei nazionalsocialisti  consisté “in un ricorso su vasta scala al debito [il deficit!]  per finanziare   la spesa pubblica, e all’inizio per progetti civili: ferrovie, canali,   le Autobahnen [autostrade]. L’effetto sulla riduzione della disoccupazione è stato molto più forte che in qualunque altro paese industriale” [America di Roosevelt compresa, dr.].

“A  fine 1935 la disoccupazione era scomparsa in Germania. Nel 1936,  gli alti redditi tiravano i prezzi verso l’alto –  Hitler si mostrò precursore delle moderne politiche  economiche moderne riconoscendo che un approccio rapido al  pieno impiego non è possibile senza un controllo dei salari e dei prezzi. Alla fine degli anni Trenta, la Germania conosceva il pieno impiego e  la stabilità dei prezzi”.

Come? A quelli che oggi propongono timorosamente i mini-bot  per uscire dalla scarsità artificiale  di moneta prodotta dalla BCE,   bisogna ricordare che il banchiere centrale di allora, l’ariano d’onore Schacht, introdusse non i mini, ma i mega-bot:  gli “effetti MeFo”, tratte emesse da una impresa metallurgica fittizia, che   gli industriali si scambiarono fra loro come moneta – senza mai portarli all’incasso, il che avrebbe obbligato la banca del Reich  a stampare moneta e creare inflazione – anche perché davano un interesse del 4%.

Due giorni dopo essere insediato, Hitler si rivolse alla nazione per radio: “La  miseria del nostro popolo è orribile a vedersi:  ai milioni di senza lavoro affamati dell’industria si aggiungono i milioni della classe media e degli artigiani che s’impoveriscono –  se questo collasso   arriva a compimento,  gli agricoltori affronteranno una catastrofe di proporzioni incalcolabili”.

Poi annunciò “il grande sforzo per riorganizzare l’economia in due piani quadriennali. L’agricoltore tedesco deve esser salvato  per mantenere l’approvvigionamento alimentare della nazione e così preservare i suoi fondamenti vitali.  Entro quattro  anni la disoccupazione deve essere superata in modo decisivo … I partiti marxisti e i loro alleati hanno avuto 14 anni per mostrare ciò di cui erano capaci. Il risultato è un mucchio di rovine. Oggi il popolo tedesco ci ha dato quattro anni, e allora ci giudicheranno”.

Se  qualcuno trova che questa descrizione si attaglia all’Italia di oggi, la coincidenza è puramente casuale. Anche se  quelli che hanno adesso il governo farebbero bene a studiare quel che fecero allora in Germania.

“Immediatamente  stimolarono l’industria privata con sussidi e sconti fiscali, incentivando la spesa al consumo come, ad esempio, concedendo prestiti matrimoniali, e si lanciarono in un massiccio programma di opere pubbliche che vide la costruzione di autostrade, alloggi, ferrovie e progetti di idrovie navigabili 

(John A. Garraty, “The New Deal, National Socialism and the Great Depression, The American Historical Review, Ottobre 1973 (Vol. 78, No. 4), pag. 909-910

I sei milioni di disoccupati del 1933 erano   scesi, nel 1936, a

Nel mondo della finanza non fu posta alcuna restrizione sulle attività di società ebraiche alla Borsa di Berlino (mercato azionario) e fino al 1937 gli istituti bancari di Mendelssohn, Bleichroeder, Arnhold, Dreyfuss, Straus, Warburg, Aufhaeuser e Behrens erano ancora attivi “. (27). Cinque anni dopo che Hitler prese il potere, il ruolo ebraico nella vita economica era ancora rilevante e gli ebrei possedevano ancora considerevoli beni immobili, specialmente a Berlino. Tutto ciò cambiò radicalmente nel 1938 e alla fine del 1939 gli ebrei erano stati ampiamente rimossi dalla vita economica tedesca. (SI NOTI LA DATA:1933 e già la Judaea aveva dichiarato guerra alla Germania. La notte dei Cristalli  è  del 1938)

un milione. Fra il 1937 3 ’38 si registrò una penuria di manodopera.

(. Gordon A. Craig, Germany 1866-1945 (New York: Oxford, 1978), pag. 620 )

Contrariamente a quel che dirà poi la propaganda, “la ripresa economica della Germania, già completata nel 1936, non si basava sul riarmo; è stato causato principalmente da una spesa ingente di lavori pubblici, in particolare sulle autostrade, e questa spesa pubblica ha stimolato anche la spesa privata, come aveva teorizzato l’economista britannico John Maynard Keynes.

(Burton H. Klein, Germania Economic Preparations For War (Harvard Univ. Press, 1959)

Fra il 1932 e il 1938 i redditi settimanali lordi dei lavoratori aumentarono del 21%. Al netto, detratte le ritenute fiscali e delle assicurazioni sociali, l’aumento fu del 14%.  Il reddito dei lavoratori continuò a crescere persino dopo lo scoppio della guerra. Nel 1943 il reddito orario medio dei lavoratori tedeschi era cresciuto del 25% e quello settimanale del 41%.

( R. Grunberger, The Twelve-Year Reich (1971), pag. 187; David Schoenbaum, Hitler’s Social Revolution (la rivoluzione sociale di Hitler) (Norton, 1980) (edizione economica), pag. 100

Risultati che vanno messi a confronto con quelli, miserevoli, del New Deal di Roosevelt: la disoccupazione americana resta attestata al 19% fino al 1938 – e prima della crisi del 1929, era al 3 per cento. Fra ottobre 1937 e il marzo ’38  l’economia USA  ha una gravissima ricaduta in recessione, e si  aggiungono  altri 4,5 milioni  di  senza lavoro. “L’economia  americana non riesce a riprendersi con le sue sole forze, e resta dipendente dalle iniezioni costanti di potere d’acquisto  alimentate dai deficit di bilancio”.  Solo l’entrata nella seconda guerra mondiale darà agli americani il sospirato pieno impiego.

Nel frattempo, in Germania le condizioni lavorative   in fabbrica  erano  decisamente migliorate: migliori condizioni sanitarie e di sicurezza, mense con pasti caldi sovvenzionati, campi di atletica, parchi, concerti e rappresentazioni teatrali sovvenzionate, gruppi sportivi ed escursionistici, balli, corsi educativi per adulti e turismo sovvenzionato.

(David Schoenbaum, Hitler’s Social Revolution (Norton, 1980) (edizione economica), pag. 100, 102, 104)

Fra il 1932, ultimo anno dell’epoca pre-hitleriana, e il 1938, l’ultimo anno intero prima dello scoppio bellico, il consumo di alimentari aumentò di un sesto, mentre abbigliamento e tessili incrementarono di più di un quarto, mobili e articoli casalinghi del 50%.  Anche il consumo  di vino aumentò di altrettanto.

La produzione tedesca di veicoli a motore, comprese  le auto fabbricate in Germania  dalle americane Ford e General Motors (Opel), raddoppiò nel periodo 1932-1937, mentre le esportazioni di veicoli a motore tedeschi aumentarono di otto volte. I proprietari di auto triplicarono. Triplicò anche il traffico aereo passeggeri in Germania    dal 1933 al 1937.

  1. Frey (Hg.), Deutschland wie es wirklich war (la Germania com’era realmente) (Monaco: 1994), pag. 38, 44

In questo miracolo economico (il Pil crebbe di circa l’11 per cento annuo) ovviamente i   profitti netti delle grandi aziende quadruplicarono.   Pur  mantenendo il generale impianto privatistico del sistema economico (nessun esproprio né alcuna statalizzazione di tipo “sovietico”) lo Stato limitò per  legge, ad esempio, i dividendi agli azionisti: non potevano superare il6 per cento  l’anno. . I profitti non distribuiti erano  investiti in titoli di stato del Reich:  avevano un tasso d’interesse annuo del sei percento,  ridotto  dopo il 1935 al quattro e mezzo percento. Con  ciò fu incoraggiato il reinvestimento dei profitti nelle aziende, quindi il loro autofinanziamento, e di conseguenza – ecco il punto –  ha ridotto il ricorso all’indebitamento bancario e, più in generale,  ha diminuito l’influenza del capitalismo finanziario, fin quasi ad annullarlo.

Le imposte sulle società passarono dal 20% del 1934  al 25% nel 1936, e salirono al 40 % nel 1940. Il reddito  imponibile degli imprenditori e direttori generali aumentò del 148% fra il 1934 e il 38, ma  i  prelievi fiscali  crebbero del  232 %.

L’Austria attraversò una fenomenale ripresa dopo che fu annessa al Reich tedesco nel Marzo del 1938. Immediatamente dopo l’Anschluss (annessione), i responsabili del governo si diedero rapidamente da fare per alleviare l’indigenza sociale e rivitalizzare l’economia moribonda. Investimenti, produzione industriale, costruzione di alloggi, spesa dei consumatori, turismo e standard di vita crebbero velocemente. Fra il Giugno e il Dicembre del 1938 soltanto, il reddito settimanale degli operai dell’industria austriaci crebbe del 9%. Il successo del regime nazionalsocialista nel combattere la disoccupazione fu così rapido che lo storico americano Evan Burr Bukey arrivò a definirlo: “ uno dei successi economici più notevoli nella storia moderna”. Il tasso dei senza lavoro in Austria scese dal 21,7% nel 1937 al 3,2% nel 1939. Il Prodotto Interno Lordo crebbe del 12,8% nel 1938 e di uno stupefacente 13,3% nel 1939. (31)

Una notevole espressione di fiducia nazionale stava alla base del netto aumento delle nascite. Entro l’anno in cui Hitler salì al potere, l’indice di natalità ebbe un balzo del 22%, arrivando ad un livello alto nel 1938. Rimase tale persine nel 1944, l’ultimo intero anno di guerra. (32) Secondo lo storico John Lukacs, il balzo dell’indice di natalità era un espressione di ” ottimismo e fiducia ” da parte dei tedeschi durante gli anni di Hitler. “ Per ogni due bambini nati in Germania nel 1932, quattro anni dopo ne sarebbero nati tre “, afferma. “ Nel 1938 e 1939, il più alto tasso di matrimoni in Europa fu registrato in Germania, soppiantando persino quelli dei più prolifici popoli dell’Europa dell’Est. L’aumento fenomenale nel tasso di natalità tedesco fu persino più consistente dell’incremento del tasso dei matrimoni “. (33) “ la Germania nazionalsocialista, sola fra le nazioni popolate da bianchi, riuscì a raggiungere un incremento nella fertilità “, evidenzia l’eminente storico americano di origine scozzese Gordon A. Craig, ” con un forte aumento della natalità dopo che Hitler arrivò al potere e con un costante aumento negli anni che seguirono “. (34)

In un lungo discorso rivolto al Reichstag agli inizi del 1937, Hitler ricordò gli impegni che aveva preso quando il suo governo assunse il potere. Egli spiego anche i principi sui quali erano basate le sue politiche e guardò indietro a ciò che era stato fatto in quattro anni. (35) “ Colore che parlano di ‘democrazie’ e ‘dittature’”, disse, ” semplicemente con comprendono che in questo paese è stata fatta una rivoluzione, i cui risultati possono essere considerati democratici nel più alto significato del termine, sempre che la democrazia abbia un qualsiasi vero significato. La rivoluzione nazionalsocialista non ha avuto come obiettivo di trasformare una classe privilegiata in una classe che non avrebbe avuto diritti in futuro. Il suo scopo è stato quello di dare uguali diritti a coloro che non avevano diritti. Il nostro obiettivo è stato reso raggiungibile per l’intero popolo tedesco, non solo in campo economico ma anche in quello politico e assicurato dal coinvolgimento delle masse in modo organizzato. Negli ultimi quattro anni abbiamo aumentato la produzione tedesca in tutti i settori fino a raggiungere livelli straordinari. E questo aumento produttivo è andato a beneficio di tutti i tedeschi “.

In un altro discorso, due anni dopo, Hitler parlò brevemente dei successi in campo economico del suo regime (36): “ Vinsi il caos in Germania, restaurai l’ordine, aumentai enormemente la produzione in tutti campi della nostra economia nazionale, con enormi sforzi produssi surrogati di varie materie prime che non abbiamo, ho incoraggiato nuove invenzioni, sviluppato gli scambi, costruito nuove strade e canali navigabili, trasformato fabbriche enormi e nel contempo mi sono impegnato a promuovere l’istruzione e la cultura del nostro popolo per lo sviluppo della nostra comunità sociale. Riuscii a trovare un lavoro utile per tutti e sette milioni di disoccupati che ci facevano così tanta pena, a far restare il contadino sulla sua terra nonostante tutte le difficoltà e a risparmiare la terra stessa per lui, a ripristinare un commercio tedesco prospero e a promuovere al massimo gli scambi “.

Lo storico americano John Garraty paragonò le risposte americane e tedesche alla Grande Depressione in un articolo molto discusso pubblicato sulla Rivista di Storia Americana. Scrisse (37): “ I due protagonisti (cioè gli Stati Uniti e la Germania) reagirono tuttavia alla Grande Depressione in modi simili, diversi da quelli di altre nazioni industriali. Dei due, i nazionalsocialisti ebbero maggior successo a curare le ferite economiche degli anni 30. Essi ridussero la disoccupazione e stimolarono la produzione industriale più velocemente di quanto fecero gli americani e, considerando le loro risorse, affrontarono i loro problemi commerciali e monetari con maggior riuscita, sicuramente in modo più fantasioso. Questo in parte perché i nazionalsocialisti usarono il finanziamento in disavanzo su più vasta scala e in parte perché il sistema totalitario si presta meglio alla mobilitazione della società, sia con la forza che con la persuasione. Nel 1936 la depressione era praticamente finita in Germania, ma ancora lontana dalla fine negli Stati Uniti “.

Infatti, il tasso dei senza-lavoro negli Stati uniti rimase alto finché non si arrivò a stimolare la produzione bellica su vasta scala. Persino nel Marzo del 1940, la disoccupazione americana era ancora sul 15% della forza lavoro. Fu la produzione di guerra, e non i programmi del “New Deal” di Roosevelt , a portare la piena occupazione. (38)

Il Prof. William Leuchtenburg, uno storico americano di fama, meglio conosciuto per i suoi libri sulla vita e sulla carriera di Franklin Roosevelt, riassunse l’operato misto del Presidente in uno studio molto acclamato. “Il New Deal lasciò molti problemi irrisolti e ne creò altri nuovi e sconcertanti “, conclusa Leuchtenburg, “ Esso non dimostrò mai di poter raggiungere la prosperità in tempo di pace. Ancora nel 1941 i disoccupati erano ancora sei milioni e non fu che durante l’anno di guerra 1943 che l’esercito dei senza lavoro scomparse “. (39)

Il contrasto fra i successi economici tedeschi e americani durante gli anni 30 è ancora più evidente se si prende in considerazione che gli Stati Uniti avevano ricchezze e risorse naturali immensamente maggiori, incluse grandi riserve petrolifere, nonché una minore densità di popolazione e nessun vicino ostile e bene armato.

Un interessante confronto tra l’approccio americano e tedesco alla Grande Depressione apparve in una edizione del 1940 del settimanale berlinese “Das Reich”. Il titolo era: “ Hitler e Roosevelt: un successo tedesco, un tentativo americano “. L’articolo citava il “ sistema democratico parlamentare” degli Stati Uniti come un fattore chiave nel fallimento degli sforzi dell’amministrazione Roosevelt di ripristinare il benessere. “ Noi tedeschi iniziammo con una idea e mettemmo in atto misure pratiche senza curarci delle conseguenze. L’America iniziò con molte misure pratiche che, senza coerenza al loro interno, misero un cerotto su ogni ferita ” (40)

Sebastian Haffner, un influente giornalista e storico tedesco e che fu anche un feroce critico del Terzo Reich e della sua ideologia, riconsiderò la vita e il lascito di Hitler in un libro molto discusso. Sebbene il suo ritratto del leader tedesco nel libro ” Il Proposito di Hitler ” sia aspro, l’autore scrive tuttavia: (45)

 Fra questi successi positivi di Hitler, quello che supera tutti gli altri fu il suo miracolo economico. Mentre il resto del mondo era ancora in preda alla paralisi economica, Hitler fece della Germania un isola di prosperità. Nel giro di tre anni, continua Haffner, i bisogni urgenti e le sofferenze di massa furono trasformati in semplice ma comoda prosperità. Altrettanto importante: l’impotenza e la mancanza di speranza avevano dato spazio alla fiducia e alla sicurezza nelle proprie capacità. Persino più miracoloso fu il fatto che la transizione dalla depressione al boom economico fu raggiunta senza inflazione, con salari e prezzi completamente stabili. E’ difficile descrivere in modo adeguato la riconoscente sorpresa con la quale i tedeschi reagirono a questo miracolo, il quale, fece sì che moltissimi operai tedeschi social-democratici o comunisti passassero dalla parte di Hitler dopo il 1933. Questa riconoscente sorpresa dominò completamente l’umore delle masse tedesche nel periodo 1936-1938 “.

Joachim Fest, un altro illustre giornalista e storico tedesco, riconsiderò la vita di Hitler in una esauriente e acclamata biografia. “ Se Hitler fosse deceduto in un assassinio o in un incidente alla fine del 1938, pochi avrebbero esitato a descriverlo come uno dei più grandi statisti tedeschi, il compitore della storia della Germania “. (46) “ Nessun osservatore obiettivo della situazione tedesca potrebbe negare i considerevoli successi di Hitler “, affermò lo storico americano John Toland. “ Se Hitler fosse morto nel 1937, nel quarto anniversario della sua ascesa al potere, egli sarebbe indubbiamente diventato uno dei più grandi personaggi della storia te


Fonte: http://www.ihr.org/other/economyhitler2011.html

Novembre 2011

Traduzione a cura di: Gian Franco SPOTTI
desca. In tutta Europa aveva milioni di ammiratori “. (47)