E’ messa in prigione dal giudice
nel processo, durato cinque anni, la magistratura decreta che i diritti delle “cattive compagnie” viziose vengono prima dei diritti delle mamme ad educare i figli
“Da Dagospia
UNO SCHIAFFO NON HA MAI UCCISO NESSUNO. MA PUO’ SPEDIRE UNA MADRE IN GALERA – A ROMA UNA 40ENNE È STATA CONDANNATA A 19 MESI DI CARCERE PER AVER DATO UN CEFFONE ALLA FIGLIA 12ENNE CHE AVEVA INVIATO IMMAGINI SEXY A UNO SCONOSCIUTO SU INSTAGRAM – OLTRE ALL’EPISODIO DELLO SCHIAFFO, ALLA MADRE È STATO CONTESTATO IL PESO PSICOLOGICO ADDOSSATO A RAGAZZINA: LE ERA STATO DETTO DI OCCUPARSI DEI FRATELLINI E DELLA NONNA, VISTO CHE L’IMPUTATA TRASCORREVA LA MAGGIOR PARTE DELLE GIORNATE LONTANA AL LAVORO…
Estratto dell’articolo di Giulio De Santis per il “Corriere della Sera”
Dà un ceffone a Giorgia (un nome di fantasia), la figlia di 12 anni, dopo aver scoperto che aveva mandato scatti sexy su Instagram a uno sconosciuto. Schiaffo che provoca alla ragazzina un graffio sul mento, con una leggera perdita di sangue. Lei B. C., 40 anni, è stata condannata ieri a un anno e sette mesi di reclusione con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La sentenza è stata pronunciata dai magistrati del collegio della prima sezione penale del Tribunale presieduti da Alfonso Sabella.
I giudici hanno subordinato la sospensione della pena a un percorso di recupero da parte della donna, che dovrebbe forse iniziare nei prossimi mesi. Il pubblico ministero Eugenio Albamonte, al termine delle requisitoria, aveva chiesto una condanna più esemplare nei confronti della madre violenta: aveva sollecitato i giudici a condannarla a ben tre anni di carcere.
Oltre all’episodio del ceffone, alla madre è contestato il peso psicologico addossato a Giorgia sulla necessità di occuparsi dei fratellini e della nonna, visto che l’imputata trascorreva la maggior parte delle giornate lontana da casa, al lavoro.
I giudici hanno subordinato la sospensione della pena a un percorso di recupero da parte della donna, che dovrebbe forse iniziare nei prossimi mesi. Il pubblico ministero Eugenio Albamonte, al termine delle requisitoria, aveva chiesto una condanna più esemplare nei confronti della madre violenta: aveva sollecitato i giudicio a condannarla a ben tre anni di carcere.
[…] «Ma davvero è possibile giudicare maltrattamento uno schiaffo dato alla figlia perché invia foto osé a uno sconosciuto?» si è domandato, durante l’arringa, il difensore dell’imputata, chiedendo l’assoluzione dell’assistita.
Sia la Procura che il tribunale hanno ritenuto che i maltrattamenti siano terminati nel 2019 con l’apertura dell’inchiesta. Indagini che sono state avviate in seguito a una segnalazione inviata a piazzale Clodio dagli esperti dei servizi sociali. Va precisato che l’imputata, non avendo mai potuto fare affidamento sul padre dei figli, ha cresciuto i tre ragazzi da sola, costretta ad adattarsi a ogni tipo di attività lavorativa.
Il mondo al Contrario” (cit) … A scanso di galera, ripetete con me: “Gli omosessuali sono normali” … Viviamo nella piena libertà- per ogni innaturale e anormale.
Loro sono perfettamente e completamente liberi:
https://twitter.com/SAntonio10273/status/1700238156338012612?s=20
Ad altri la libertà viene contestata e se possibile negata:
Ricordiamo il nuovo obbligo deontologico per i medici di parlare sempre bene dei vaccini e di non sconsigliarli mai.
(22 novembre 2022) pic.twitter.com/5WRf2OZyQM— Corvonero ✞ Maria Natale (@Corvonero75) September 9, 2023