La liturgia romana tradizionale della Messa era la liturgia dei nostri antenati cattolici. È la forma di Messa con cui sono state evangelizzate la maggior parte delle nazioni europee (ad eccezione di alcuni Paesi dell’Europa orientale e dei riti ambrosiano e mozarabico), tutte le nazioni americane e la maggior parte delle nazioni africane, asiatiche e dell’Oceania.
“Ciò che le generazioni precedenti ritenevano sacro, rimane sacro e grande anche per noi” (Papa Benedetto XVI).
“Il problema del nuovo Messale sta nell’abbandono di una storia sempre continua, prima e dopo San Pio V, e nella creazione di un libro completamente nuovo (anche se compilato con materiale vecchio)” (cardinale Joseph Ratzinger).
La pubblicazione del nuovo Messale “è stata accompagnata da una sorta di proibizione di tutto ciò che l’ha preceduto, che non ha precedenti nella storia del diritto ecclesiastico e della liturgia” (cardinale Joseph Ratzinger).
“Posso dire con certezza, sulla base della mia conoscenza dei dibattiti conciliari e della mia ripetuta lettura dei discorsi dei Padri conciliari, che questo [cioè la riforma così come è ora nel nuovo Messale] non corrisponde alle intenzioni del Concilio Vaticano II” (cardinale Joseph Ratzinger).
La liturgia romana tradizionale della Messa è stata la liturgia di tutti i santi di rito latino che conosciamo almeno per tutto l’ultimo millennio; quindi la sua età è millenaria. Sebbene sia comunemente chiamata Messa “tridentina”, la stessa forma di Messa era già in uso diversi secoli prima del Concilio di Trento, che chiese solo di canonizzare quella forma venerabile e dottrinalmente sicura della liturgia della Chiesa romana.
La liturgia romana tradizionale della Messa ha la più stretta affinità con i riti orientali nel testimoniare la legge liturgica universale e ininterrotta della Chiesa: “Nel Messale Romano di San Pio V, come in diverse liturgie orientali, ci sono preghiere molto belle attraverso le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e riverenza davanti ai Sacri Misteri: esse rivelano la sostanza stessa della Liturgia” (Papa Giovanni Paolo II).
Il Papa e i vescovi non hanno quindi l’autorità di proibire o limitare una forma così venerabile della Santa Messa, che è stata offerta dai santi per più di mille anni, così come il Papa o i vescovi non avrebbero l’autorità di proibire o riformare significativamente la forma venerabile del Credo apostolico o del Credo niceno-costantinopolitano, proprio a causa del loro uso venerabile, continuo e millenario.
Rispettare la proibizione abusiva di quella venerabile forma di Messa dei santi, emessa purtroppo dagli attuali ecclesiastici in un momento di crisi ecclesiale senza precedenti, costituirebbe una falsa obbedienza.
L’inosservanza dei divieti della Messa tradizionale non rende scismatici, purché si continui a riconoscere il Papa e i vescovi, a rispettarli e a pregare per loro.
Disobbedendo formalmente a una proibizione così inaudita di un patrimonio inalienabile della Chiesa romana, si obbedisce di fatto alla Chiesa cattolica di tutti i tempi e a tutti i Papi che hanno diligentemente celebrato e comandato la conservazione di quella forma venerabile e canonizzata della Messa.
L’attuale proibizione del rito tradizionale della Messa è un fenomeno temporaneo e cesserà. La Chiesa romana sta vivendo oggi una sorta di esilio liturgico, cioè la Messa latina tradizionale è stata esiliata da Roma; ma l’esilio, sicuramente, un giorno avrà fine.
Poiché la Messa latina tradizionale è in uso ininterrottamente da più di un millennio, santificata dalla ricezione universale nel tempo, dai santi e dai pontefici romani, essa appartiene al patrimonio inalienabile della Chiesa romana. Di conseguenza, in futuro i pontefici romani senza dubbio riconosceranno e ristabiliranno nuovamente l’uso di questa liturgia tradizionale della Messa.
I futuri papi ringrazieranno tutti i sacerdoti e i fedeli che, in tempi difficili, nonostante tutte le pressioni e le false accuse di disobbedienza, e in uno spirito di sincero amore per la Chiesa e per l’onore della Santa Sede, hanno mantenuto e trasmesso il grande tesoro liturgico della Messa tradizionale per le generazioni future.
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