Sarà capitato anche a voi. Navighiamo in Internet e un testo, una parola, un nome, un fatto ci sono sconosciuti. Immediatamente digitiamo le parole chiave e sempre la prima opzione di ricerca è Wikipedia, l’enciclopedia virtuale lanciata nel 2001 da Larry Sanger e Jimmy Wales. Secondo la sua pagina iniziale, “Wikipedia è un’enciclopedia online libera e collaborativa. Grazie al contributo di volontari da tutto il mondo, è disponibile in oltre trecentoventi lingue. Chiunque può contribuire alle voci esistenti o crearne di nuove, affrontando sia gli argomenti tipici delle enciclopedie tradizionali sia quelli presenti in almanacchi, dizionari geografici. e pubblicazioni specialistiche.” In lingua italiana sono disponibili oltre 1.860 mila voci. Prudentemente, chi la dirige, la Wikimedia Foundation Inc. declina ogni responsabilità per “eventuali errori contenuti in questo sito. Ogni contributore è responsabile dei propri inserimenti.” Prendiamocela con lui/lei. Pensate se enciclopedie “vere” (tradizionali, in wiki-lingua) affermassero di non garantire la veridicità delle definizioni e dei dati forniti. Piccole controindicazioni, modesti difettucci rispetto alla libertà assoluta di cui si gloria Wikipedia, a cui si può contribuire economicamente in vari modi, in Italia anche con l’offerta del cinque per mille delle imposte.
La Fondazione dichiara un fatturato di 104,5 milioni di dollari nel 2018. Strano che il dato, vecchio di sei anni, non sia aggiornato in tempo reale. Un “baco” di sistema sospetto. Il motto di Wikipedia è suggestivo, perfino commovente: “immagina un mondo in cui ogni persona possa avere libero accesso all’intero patrimonio della conoscenza umana.” Se fosse vero. Infatti se consultiamo una o più voci relative a temi che conosciamo bene, scopriamo non solo errori e imprecisioni- impensabili nella Treccani o in altre enciclopedie- ma soprattutto un’evidente partigianeria. Wikipedia ha un’ideologia, è essa stessa un’ideologia. Le sue conclusioni, i suoi commenti sono invariabilmente improntati al pregiudizio progressista. La libertà vantata dai fondatori, la possibilità per tutti di diventare autori, divulgatori di conoscenza – un’idea splendida degna del successo del sito, tra i dieci più visitati della rete- è finta, sconfitta dal pensiero dominante anglosassone radical progressista: Wokipedia, l’enciclopedia “ risvegliata”.
Lo sapevamo per esperienza e più volte abbiamo messo in guardia gli amici dal prendere per oro colato le informazioni contenute. Adesso ne abbiamo le prove, provenienti dall’interno del pianeta Wiki. Wikipedia impone la censura a favore delle tesi del progressismo. L’ex direttore esecutivo della Wikimedia Foundation, Katherine Maher, ha dichiarato apertamente che, con il pretesto di combattere la “disinformazione”, ha fatto della censura una parte fondamentale della politica aziendale. L’obiettivo iniziale di sostenere un’Internet libera e aperta è stato abbandonato seguendo l’ideologia woke di alcuni dirigenti, sino a rendere Wikipedia una fonte per nulla neutrale, quindi inaffidabile. Maher afferma di aver collaborato con funzionari governativi per censurare il dissenso, che lorsignori chiamano disinformazione. Non è una coincidenza se l’obiettivo numero uno dichiarato dal Forum di Davos nel 2024 è combattere la disinformazione, cioè la verità sgradita, che non coincide con le idee, gli interessi, le idee delle oligarchie di potere.
Lo stesso Larry Sanger, cofondatore di Wikipedia, ha denunciato parzialità nelle informazioni fornite. Ha assicurato che alcuni punti di vista sono stati “sistematicamente messi a tacere. Wikipedia ora promuove opinioni controverse su politica, religione e scienza.” È scandaloso che una risorsa apparentemente libera e aperta, costruita dal pubblico, creata per offrire una rappresentazione neutrale delle opinioni su ogni questione, non solo sia stata occupata da un grumo politico-culturale orientato, ma sia stata cooptata dal governo Usa e lavori con esso.
Non è quello che immaginavo vent’anni fa, ha ammesso Sanger. Ulteriore curiosa coincidenza: anche Patrick Moore, fondatore di Greenpeace, l’organizzazione ecologista, lamenta che l’ideologia climatica sia utilizzata per diffondere interessi estranei all’ associazione, sino ad affermare che l’obiettivo di zero emissioni di CO2 è “davvero un piano per commettere un genocidio di massa”.
Evidentemente, al di là delle intenzioni iniziali, la potenza dei finanziatori (ONG, fondazioni private, Deep State, fondi d’investimento, grandi attori economici) orienta nella direzione da essi voluta gran parte della società civile. Follow the money, segui il denaro, recita un detto anglosassone. Nel caso di Wikipedia, Sanger constata che l’enciclopedia ha abbandonato la sua neutralità a favore dell’inclinazione verso la sinistra politica e culturale, il pensiero liberal e le opinioni scientifiche ufficiali, ignorando o denigrando i punti di vista non conformi, conservatori o minoritari.
Gli esempi forniti sono raggelanti. La voce su Barack Obama non menziona scandali noti: Bengasi ( gli attacchi terroristici in Libia di cui il governo era a conoscenza), IRS, l’agenzia tributaria Usa usata per colpire associazioni avversarie, i tabulati telefonici di Associated Press, spiata per mesi, lo scandalo del server di posta elettronica di Hillary Clinton. Fornisce un’immagine distorta dell’ex presidente non includendo gli aspetti controversi o negativi della sua figura politica. Tutt’altro trattamento per Donald Trump. Ampie sezioni sono dedicate a critiche e polemiche, mentre i paragrafi sulla sua presidenza sono fortemente critici. Le dichiarazioni di Trump sono spesso definite false senza fornire le prove. Le opinioni e i punti di vista dei repubblicani e dei sostenitori di Trump sono praticamente assenti.
Sul tema dell’ aborto e della legalizzazione della droga, la prospettiva di Wikipedia è la stessa del radicalismo di sinistra: afferma che l’aborto è una delle pratiche mediche più sicure, ignorando le opinioni e gli argomenti degli oppositori. Nelle voci sulla legalizzazione della droga, vengono espressi prevalentemente argomenti a favore, senza affrontare adeguatamente il tema dei rischi e le relative prese di posizione. Rispetto alla figura di Gesù, pone l’accento sull’incertezza storica dei Vangeli. Asserisce che l’uso del termine Cristo ( “unto” ) è successivo al tempo degli apostoli, in contraddizione con le fonti bibliche. Sui temi scientifici è appiattita sulle tesi ufficiali, specie in ordine al cambiamento climatico e ai vaccini Mrna, indicando come certe le tesi rifiutate da una parte della comunità scientifica. La medicina alternativa viene spesso definita “pseudoscienza”, ignorando opinioni e trattamenti non convenzionali. Katharine Maher, in un discorso davanti al Consiglio Atlantico, ha spiegato il suo approccio attivo contro la “disinformazione”.
Ha coordinato la censura in collaborazione con il governo e represso le opinioni dissenzienti sulla pandemia e sulle elezioni americane del 2020, secondo la rivista City Journal. Maher ha osservato che il Primo Emendamento della costituzione americana che garantisce la libertà di parola e stampa è un ostacolo alla soppressione della “cattiva informazione” e che la sua politica è stata rimuovere i contenuti “discriminatori” da Wikipedia. Il giudizio su ciò che è discriminatorio- inappellabile- è il suo. Nel 2021, in un’intervista televisiva ha anche affermato che “la maggior parte della conoscenza è stata scritta da uomini bianchi, coloniali, europei e nordamericani” e che Wikipedia si è concentrata sulla “correzione della documentazione”. Abolire o celare la verità significa per lei “inserire le persone nella storia. “Come pensiamo di inserire nel presente persone che non sono state rappresentate allo stesso modo?” Ha aggiunto che è importante “misurare le lacune” e determinare chi manca in Wikipedia. “Mancano le donne. Mancano le persone di colore. Mancano persone provenienti dal sud del mondo.
Mancano persone provenienti dalle comunità indigene. La storia degli afroamericani manca da Wikipedia”. Il solito copione: discriminazione “positiva” al posto di quella del passato ( vera o presunta), censura, relativismo culturale, manipolazione, indifferenza rispetto alla verità. Lo scrittore Philip Roth, ebreo progressista, subì attacchi pesantissimi per aver detto di non conoscere grandi opere letterarie scritte da africani neri. E’ la verità, la grande nemica del tempo nostro. L’ obiettivo è imporre una visione politica e antropologica senza riguardo per la libertà. Wikipedia è un veicolo di capitale importanza dell’operazione di riconfigurazione culturale (un aspetto del Grande Reset), alleata di fatto con i motori di ricerca dei giganti fintech, che privilegiano Wikipedia rispetto alle altre fonti d’informazione.
Il commento di Elon Musk è stato tranchant: ha descritto Maher come “uno dei peggiori esseri umani degli Stati Uniti, palesemente razzista e sessista.” Lui può permetterselo, dall’alto della montagna di miliardi che possiede e del potere di cui dispone. “ Ora sapete in parte perché è diventato Wokipedia”, ha concluso. In parte, appunto. Vuolsi così, infatti, “dove si puote ciò che si vuole”. Non solo a Wikipedia. Larry Fink, dominus di BlackRock, il fondo di investimento più grande del mondo, con arroganza padronale vanta che la sua società “impone comportamenti” alle aziende controllate, affinché applichino “con la forza criteri di genere, diversità e inclusione delle minoranze” , il che implica la promozione acritica, dogmatica, obbligata delle teorie gender e LGBT. BlackRock include questi punti tra i requisiti essenziali per tutte le società in cui investe e per gli Stati- sovrani ?- a cui presta denaro. La sua capacità di lobbying è immensa.
Fink non usa mezzi termini: “Bisogna forzare i comportamenti. Se non imponi comportamenti, che si tratti di sesso, razza o qualsiasi problema nella composizione della tua squadra, ne sarai influenzato. Ognuno all’interno dell’azienda deve capire quale è il comportamento accettabile e quale è il comportamento inaccettabile. Dovranno cambiare i comportamenti e questo lo chiediamo alle aziende. Bisogna forzare i comportamenti, e noi di BlackRock stiamo forzando i comportamenti”. Evviva la libertà. Il dramma è l’indifferenza o l’incredulità dei più, nonostante l’evidenza della manipolazione. Lo sapeva Lev Tolstoj nell’indimenticabile descrizione dello scialbo, conformista fratello di Anna Karenina, l’inquieta eroina del suo romanzo. “Il giornale che riceveva Stepan Arkadievic era liberale senza essere troppo avanzato e di tendenza adatta alla maggioranza del pubblico. Sebbene Oblonsky avesse poco interesse per la scienza, l’arte e la politica, su tutte queste questioni si atteneva comunque fermamente alle opinioni del suo giornale e cambiava punto di vista solo quando lo cambiava la maggioranza del pubblico.
Per meglio dire, le sue opinioni lo abbandonavano da sole dopo essere arrivate a lui senza che si prendesse la briga di sceglierle; le adottava come le forme dei suoi cappelli e delle sue redingote, perché tutti le portavano e, vivendo in una società dove una certa attività intellettuale diventa obbligatoria con l’età, le opinioni gli erano necessarie quanto i cappelli.” Ci vogliono woke, risvegliati (cioè addormentati, poiché in neolingua le parole significano l’opposto) e lo diventeremo. Hanno mille mezzi per conquistarci: ignoranza, indifferenza, paura. Il conformismo, la pigrizia mentale, la comodità di accogliere le opinioni di chi comanda. Mancava il Bignami globale, il tutorial iperconnesso. Qui, Quo, Qua consultavano l’onnisciente Manuale delle Giovani Marmotte, intitolato al simpatico roditore che ama dormire. Adesso l’abbiamo anche noi, a portata di clic: Wokipedia, il manuale del mondo capovolto.